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Una squadra in crescita ma le amnesie sono ancora troppe

dall’inviato

CAGLIARI. Il dato più confortante del dopo Sampdoria è la capacità di saper soffrire della squadra. Nei momenti difficili il Cagliari non ha perso le distanze tra i reparti, ha mantenuto l’equilibrio,...

28 settembre 2018
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CAGLIARI. Il dato più confortante del dopo Sampdoria è la capacità di saper soffrire della squadra. Nei momenti difficili il Cagliari non ha perso le distanze tra i reparti, ha mantenuto l’equilibrio, evitando di concedersi agli avversari come aveva fatto a Parma e nel secondo tempo col Milan. Un passo avanti sul piano tattico, aspetto che Maran ha apprezzato moltissimo. La conferma che il lavoro svolto viene recepito dai giocatori e messo in pratica.

Il gol. In sei partite i rossoblù hanno realizzato quattro reti con tre giocatori diversi. Due centri per Pavoletti, uno a testa per Barella e Joao Pedro. La squadra sarda è quella che ha una delle percentuali più basse di realizzazione in riferimento alle occasioni costruite. Meno del 25 per cento. Questo significa che bisogna aumentare il livello di finalizzazione ed evitare di appoggiare tutto il gioco offensivo sulle spalle di Pavoletti. Cè da augurarsi che Farias (l’altro ieri non è stato aiutato dalla sorte) e Sau ritrovino la via della rete. Il Cagliari ne ha bisogno .

La difesa. Per la seconda volta è stata mantenuta la porta inviolata. La fase di non possesso è quella sulla quale il tecnico del Cagliari lavora di più. I meccanismi funzionano ancora a singhiozzo ma è giusto sottolinerae che sono stati fatti passi avanti. La squadra deve essere più continua, evitare di spegnere la luce. La strada per evitare guai è questa.

R.M.

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