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Aperitivo con la Dinamo c’è Trieste per volare

di Andrea Sini
Aperitivo con la Dinamo c’è Trieste per volare

A mezzogiorno al PalaSerradimigni la sfida con i giuliani di Dalmasson I biancoblù, a punteggio pieno dopo 3 gare, provano ad allungare ancora

13 ottobre 2019
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SASSARI. A vele spiegate verso il mare aperto, senza la tentazione di voltarsi indietro e senza paura di guardare avanti. Nel giorno della Barcolana, la Dinamo ospita la Pallacanestro Trieste in un matinée che per i sassaresi rappresenta una chance importante per sfruttare il piacevole vento in poppa delle ultime settimane.

Alle 12 sul parquet del palazzetto intitolato a Roberta Serradimigni va in scena uno strano testa-coda: dopo tre gare di campionato i sassaresi di coach Gianmarco Pozzecco sono ancora a punteggio pieno, mentre i giuliani di Eugenio Dalmasson sono si sono ancora schiodati da quota zero, avendo perso fuori casa contro Venezia e Milano e sul proprio parquet contro Varese.

Domenica prossima i biancoblù osserveranno il turno di riposo causato dal campionato “zoppo”, poi domenica 27, di rientro dalla faticosa trasferta di Ankara, faranno visita a Cantù. L’obiettivo è dunque quello di chiudere nel migliore dei modi il mini-ciclo iniziato il 21 settembre a Bari con la Supercoppa e sviluppatosi nel migliore dei modi con i successi ottenuti a Varese, con Pesaro e a Trento.

Marco Spissu in settimana ha saltato due allenamenti ma dovrebbe essere regolarmente in campo, così come l’ala canadese Dyshawn Pierre, già rientrata dalla licenza alcuni giorni concessagli dalla società per consentirgli di assistere alla nascita della sua primogenita, in Canada.

«Continuiamo a fare squadra – ha detto ieri il presidente biancoblù Stefano Sardara, a margine della presentazione del volume “Una Dinamo da sogno” –. Pozzecco? Mi stupisco che siano stupiti gli altri delle sue capacità. Lo conosco da anni, forse neppure io mi sarei aspettato di arrivare a certi livelli, ma oltre alla grande conoscenza del basket, all’essere capace di leggere il basket un minuto prima degli altri, è straordinario nel fare gruppo con squadra e con il mondo che lo circonda. Fare gruppo è un mantra per la mia azienda. Solo mettendo pezzettini vari si arriva al finale. L’unica perplessità riguarda il fatto che anche a lui, come a tanti ex giocatori, ogni tanto si chiude la vena, con l’adrenalina arriva in maniera copiosa e va gestita. Un limite – conclude Sardara – sul quale Poz ha lavorato tantissimo e ha fatto grossi passi avanti. La direzione è quella giusta».



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