il personaggio
L’ex Luca Rossini: «Grandi ricordi, Sassari resta nel mio cuore»
SASSARI. «La Dinamo sulla carta è certamente superiore a noi, ma il basket è bello perché non sempre il più forte vincere. E, in questo caso, se dovessimo perdere, sarei un po’ meno dispiaciuto»....
26 ottobre 2019
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SASSARI. «La Dinamo sulla carta è certamente superiore a noi, ma il basket è bello perché non sempre il più forte vincere. E, in questo caso, se dovessimo perdere, sarei un po’ meno dispiaciuto». Sino a 5 mesi fa Luca Rossini era uno dei punti di riferimento della Dinamo dietro le quinte. Oggi, l’ex team manager biancoblù è tornato alla casa madre dopo due anni in Sardegna tra Cagliari e Sassari.
«Per me è stata un’esperienza splendida sia dal punto di vista professionale che personale – dice l’attuale segretario generale dei canturini –, sarà un piacere incontrare di nuovo persone con le quali ho condiviso momenti molto belli e intensi, dalla conquista della Europe Cup alla finale scudetto. E parlo non solo dello staff tecnico, con Poz in testa, ma di tutta la società, i fisioterapisti, i medici e le persone che lavorano nel mondo Dinamo e che alla Dinamo ci tengono davvero: questo è uno dei segreti del successo del Banco di Sardegna».
Rossini, classe 1982, era arrivato in Sardegna dopo aver lavorato per 8 stagioni nella società canturina. Dopo due anni il ritorno a casa. «Al cuore non si comanda, il mio legame con Cantù non si è mai interrotto e una volta ripartiti con un progetto che sta provando a riportare la società nella direzione giusta, non potevo dire di no. Come andrà la partita? Non sono un tecnico, posso però dire che la nuova Dinamo mi piace molto per come è stata costruita e perché conosco Pozzecco. Rispetto a noi hanno certamente altre ambizioni, ma nel basket non si può mai sapere. Il pronostico è per loro, ma noi siamo in grado di sorprendere». (a.si.)
«Per me è stata un’esperienza splendida sia dal punto di vista professionale che personale – dice l’attuale segretario generale dei canturini –, sarà un piacere incontrare di nuovo persone con le quali ho condiviso momenti molto belli e intensi, dalla conquista della Europe Cup alla finale scudetto. E parlo non solo dello staff tecnico, con Poz in testa, ma di tutta la società, i fisioterapisti, i medici e le persone che lavorano nel mondo Dinamo e che alla Dinamo ci tengono davvero: questo è uno dei segreti del successo del Banco di Sardegna».
Rossini, classe 1982, era arrivato in Sardegna dopo aver lavorato per 8 stagioni nella società canturina. Dopo due anni il ritorno a casa. «Al cuore non si comanda, il mio legame con Cantù non si è mai interrotto e una volta ripartiti con un progetto che sta provando a riportare la società nella direzione giusta, non potevo dire di no. Come andrà la partita? Non sono un tecnico, posso però dire che la nuova Dinamo mi piace molto per come è stata costruita e perché conosco Pozzecco. Rispetto a noi hanno certamente altre ambizioni, ma nel basket non si può mai sapere. Il pronostico è per loro, ma noi siamo in grado di sorprendere». (a.si.)
