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La Dinamo mastica amaro ma la lezione sarà utile

di Andrea Sini
La Dinamo mastica amaro ma la lezione sarà utile

L’inatteso passo falso interno contro Manresa è figlio di un approccio sbagliato Pozzecco non la manda giù, ma in casa biancoblù non si fanno drammi

05 dicembre 2019
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SASSARI. Gli strali di coach Gianmarco Pozzecco nei confronti dei suoi giocatori, prima in panchina durante il match, poi in sala stampa. In mezzo, c’è da immaginare, anche negli spogliatoi. Gli esami non finiscono mai, durante le stagioni sportive, e dopo tanti buoni voti martedì sera la Dinamo ha toppato, dando via libera al Baxi Maresa. Un’enorme occasione sprecata, per i biancoblù, che in un solo colpo hanno perso l’imbattibilità casalinga in Champions League (l’ultimo ko interno in Europa risaliva al dicembre 2018, nel derby italiano con Varese), la possibilità di restare agganciati alla vetta del girone A e soprattutto di mantenere un margine di tre vittorie nei confronti del quinto posto. A colpire, in particolare è stato l’atteggiamento dei sassaresi, che sin dai primi minuti si sono mostrati poco reattivi, pasticcioni e molto meno “carichi” rispetto al solito. La classica partita iniziata male e finita peggio, al di là del fatto che le occasioni per vincerla non sono mancate. Una sorta di deja vu della sfida contro Trieste persa a metà ottobre. Coach Pozzecco, davanti alla sua panchina, è sembrato un leone in gabbia, molto più del solito, e non a caso il tono delle sue dichiarazioni post partita è stato severissimo. «Una sconfitta ci sta – ha detto tra le altre cose – e avremmo anche potuto vincere, ma in ogni caso vincere in questo modo non voglio arrivare a giocarmela così. L’atteggiamento non mi è piaciuto».

Per la Dinamo quello di martedì con Manresa è stato un esame andato male, dunque, che come tale va preso: niente drammi o isterismi, e la certezza che l’unica cura è rappresentata dalla palestra e dal campo. Di certo lo staff biancoblù deve cercare di risolvere, insieme al gruppo, qualche equivoco che continua a persistere. È chiaro, ad esempio, che l’atteggiamento di Jamel McLean non è ancora allineato a quello degli altri compagni, così come – al contrario – Curtis Jerrells sembra avere preso il binario giusto. Le sue letture nel finale di partita non sono state certamente felici (tentare la tripla sul -1 a 10” dalla fine è stato un mezzo suicidio), ma questo è Jerrells, e lo si sapeva già prima: prendere o lasciare, insomma. Ma lo spirito, nel suo caso, è nettamente cambiato rispetto a un mese fa.

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