La Nuova Sardegna

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«Il calcio mi ha dato padre e madre»

di Alessandro Bulla
«Il calcio mi ha dato padre e madre»

La favola di Muhammed, arrivato con un barcone dal Gambia e adottato dal presidente del Sadali. «Grazie Sardegna»

14 dicembre 2019
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SADALI. Si chiama Muhammed. Ha 19 anni, è nato in Gambia. È in Sardegna da cinque anni. Gioca a calcio in Prima categoria nel Sadali, paese che lo ha accolto a braccia aperte. E proprio a Sadali ha trovato una nuova famiglia: Mariano Pilia, il presidente della squadra, e sua moglie lo hanno adottato. Ora si chiama Muhammed Pilia. La sua è una storia dura e simile a tante altre. Orfano, per sei mesi ha viaggiato a piedi da clandestino in tanti paesi d’Africa, poi con un gommone (pur senza saper nuotare) è approdato in Sicilia.

«A 14 anni ho deciso di venire nel vostro Paese del quale avevo tanto sentito parlare- racconta Muhammed – Ero il più piccolo del gruppo. Avevo una modesta somma di denaro che mi avevano dato le mie sorelle maggiori dopo che in tutti i modi avevano cercato di dissuadermi. Ho attraversato in autobus prima il Senegal, poi il Mali, il Burkina Faso, la Nigeria. Dopo un lungo viaggio sono arrivato in Libia. Ho contattato gli scafisti che organizzavano via mare i viaggi in Italia e ho atteso per oltre un mese in il mio turno. Insieme ad altre novanta persone siamo salpati a notte fonda a bordo di un vecchio barcone, una carretta del mare. Eravamo stipati. Avevo tanta paura perché non sapevo nuotare. L’ imbarcazione dopo 17 ore circa di navigazione, quando ormai era in balia delle onde, è stata avvista dalla nave di una ong che ci ha salvato e ci ha portato a Lampedusa. Dopo una breve permanenza in un centro di accoglienza, mi hanno mandato a Sadali. Dopo alcuni giorni – continua Muhammed – ho conosciuto Mariano Pilia, il presidente del Sadali calcio che gestiva il bar “Punto 198” e mi ha invitato per un provino. In Gambia giocavo come attaccante nella squadra del mio paese il “Boro football club”. Poi mi ha invitato ad andare a casa sua. Ho fatto subito amicizia con la moglie Rita Lobina, e i figli Andrea e Chiara, persone speciali».

Muhammed quando è arrivato in Italia non sapeva né leggere né scrivere. Grazie a Linda Lapillo, l’assistente sociale del Comune, è riuscito a conseguire il diploma di scuola media. «A Sadali mi trovo benissimo. Sarò riconoscente per tutta la mia vita a Mariano che insieme all’assistente sociale e al magistrato onorario del tribunale dei minori di Cagliari si è adoperato per farmi avere la cittadinanza italiana».

«Dopo aver ottenuto il documento di identità - dice Mariano Pilia- Muhammed voleva emigrare in Germania. La notizia mi ha profondamente rattristato. Allora ne ho parlato con mia moglie e i miei figli e abbiamo deciso di adottarlo. Ora Muhammed è uno di famiglia. E al suo al cognome, Jallow, ha aggiunto il nostro. Ne siamo orgogliosi».

I sogni di Muhammed? «Ora aiuto Mariano a portare avanti il bar. Da grande vorrei fare il pizzaiolo. L’anno prossimo frequenterò un corso a Cagliari. Il mio più grande desiderio? Vorrei riabbracciare le mie sorelle e mio fratello. Ci sentiamo quasi tutti i giorni al telefono».

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