«Nessun pronostico, così è più bello»
dall’inviato
I giganti biancoblù e l’imprevedibilità della manifestazione «Spesso chi parte sfavorito vince, bisogna essere perfetti»
14 febbraio 2020
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PESARO. «La Final Eight è bellissima e tremenda, perché le sorprese sono sempre dietro l’angolo. È una competizione elettrizzante sotto tutti i punti di vista». Jack Devecchi le ha fatte tutte. Il capitano della Dinamo è stato presente in tutte le fasi finali della Coppa Italia con i biancoblù, dal 2012 a oggi, con l’unica eccezione nel 2017.
«Ho avuto la fortuna di alzare due volte questo trofeo e ne sono davvero orgoglioso – dice il veterano del Banco di Sardegna –, perché in entrambi i casi non avevamo i favori del pronostico, anzi. L’imprevedibilità è la cosa più bella di questa manifestazione, nella quale si concentra il meglio del nostro basket. Un pronostico? Naturalmente è impossibile, anche per quanto riguarda la nostra partita».
«La nostra partecipazione alla Final Eight dello scorso anno è lo specchio dell’imprevedibilità di questa manifestazione – dice Stefano Gentile –. Arrivammo a Firenze dopo il cambio di allenatore, con il Poz che era letteralmente appena arrivato. E all’esordio riuscimmo a ribaltare sia il pronostico che il -20 di metà partita contro la Reyer Venezia, che in quel momento era certamente più solida. Il fatto di giocare una gara secca, senza appello, ti obbliga a essere sul pezzo da subito, partire male significa magari incassare un break che non riesci a recuperare. Ma la nostra esperienza dell’anno scorso insegna che non puoi stare tranquillo neanche sul +20. È sempre un piacere esserci, è un orgoglio giocarla, ma non chiedetemi un pronostico. Sbaglierei di sicuro...».
Miro Bilan ha vinto 5 coppe di Croazia e 2 coppe di Francia e sogna l’ottava coccarda. A Pesaro ha portato con sè tutta la famiglia. «Come ho già detto in settimana, il modo peggiore per presentarsi è provare a fare calcoli sulla base delle tre partite – dice il centro croato –. Pensiamo a battere Brindisi, e non sarà affatto facile. Tutto ciò che verrà dopo al momento non lo prendo in considerazione».
«Sono arrivato da poco e non conosco questa manifestazione – spiega il lungo bahamense Dwight Coleby – ma ho parlato con i compagni e ho capit o un po’ come funziona: sembra davvero fatta apposta per sovvertire i pronostici. Io dalla mia posso garantire il massimo impegno, questi giorni senza partite sono stati utili per ritrovarci in palestra e lavorare. Anche sul mio inserimento, certo. Spero davvero di poter essere utile».
«Bisogna partire bene e restare concentrati, ogni errore rischia di costare caro, figuriamoci un blackout», è il flash di Marco Spissu, mentre Dyshawn Pierre prova a non farsi condizionare dalla posta in palio. «Iniziamo da questi 40 minuti contro Brindisi – dice l’ala canadese –, e giochiamo come sappiamo, senza farci condizionare dalla posta in palio. Siamo in grado di fare grandi cose». (a.si.)
«Ho avuto la fortuna di alzare due volte questo trofeo e ne sono davvero orgoglioso – dice il veterano del Banco di Sardegna –, perché in entrambi i casi non avevamo i favori del pronostico, anzi. L’imprevedibilità è la cosa più bella di questa manifestazione, nella quale si concentra il meglio del nostro basket. Un pronostico? Naturalmente è impossibile, anche per quanto riguarda la nostra partita».
«La nostra partecipazione alla Final Eight dello scorso anno è lo specchio dell’imprevedibilità di questa manifestazione – dice Stefano Gentile –. Arrivammo a Firenze dopo il cambio di allenatore, con il Poz che era letteralmente appena arrivato. E all’esordio riuscimmo a ribaltare sia il pronostico che il -20 di metà partita contro la Reyer Venezia, che in quel momento era certamente più solida. Il fatto di giocare una gara secca, senza appello, ti obbliga a essere sul pezzo da subito, partire male significa magari incassare un break che non riesci a recuperare. Ma la nostra esperienza dell’anno scorso insegna che non puoi stare tranquillo neanche sul +20. È sempre un piacere esserci, è un orgoglio giocarla, ma non chiedetemi un pronostico. Sbaglierei di sicuro...».
Miro Bilan ha vinto 5 coppe di Croazia e 2 coppe di Francia e sogna l’ottava coccarda. A Pesaro ha portato con sè tutta la famiglia. «Come ho già detto in settimana, il modo peggiore per presentarsi è provare a fare calcoli sulla base delle tre partite – dice il centro croato –. Pensiamo a battere Brindisi, e non sarà affatto facile. Tutto ciò che verrà dopo al momento non lo prendo in considerazione».
«Sono arrivato da poco e non conosco questa manifestazione – spiega il lungo bahamense Dwight Coleby – ma ho parlato con i compagni e ho capit o un po’ come funziona: sembra davvero fatta apposta per sovvertire i pronostici. Io dalla mia posso garantire il massimo impegno, questi giorni senza partite sono stati utili per ritrovarci in palestra e lavorare. Anche sul mio inserimento, certo. Spero davvero di poter essere utile».
«Bisogna partire bene e restare concentrati, ogni errore rischia di costare caro, figuriamoci un blackout», è il flash di Marco Spissu, mentre Dyshawn Pierre prova a non farsi condizionare dalla posta in palio. «Iniziamo da questi 40 minuti contro Brindisi – dice l’ala canadese –, e giochiamo come sappiamo, senza farci condizionare dalla posta in palio. Siamo in grado di fare grandi cose». (a.si.)