I giocatori di serie A tra paure e incomprensioni
James White (Roma): «È il momento di tornare a casa». Altri americani sono in fuga dall’Italia
10 marzo 2020
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ROMA. «È arrivato il momento che io vada via da qui». Lo ha scritto sui social James White, ala della Virtus Roma, che sabato sera è scesa in campo solo all’ultimo momento contro la Dinamo Sassari, a porte chiuse. Ma lo stesso concetto in queste ore è stato espresso da diversi giocatori del massimo campionato, in particolare gli stranieri, che stanno manifestando l’intenzione di lasciare l’Italia per tornare nel proprio paese.
White ha poi chiarito che il suo desiderio di partire è legato al fatto che non si giochi, e dunque non alla paura di un contagio. «Voglio andarmene se non si giocheranno partite», ha twittato successivamente.
In questa situazione di incertezza, con i giocatori che stanno iniziando a guardarsi intorno con una certa preoccupazione, la stella della Happy Casa Brindisi, Adrian Banks, si è soffermata sul modo in cui gli stessi giocatori vengono rappresentati. «Abbiamo bisogno di una un’Associazione giocatori in Europa – ha sottolineato –. Abbiamo bisogno di una linea di comunicazione con i dirigenti di Lega e i presidenti. Siamo gli ultimi a conoscere le cose e non possiamo dire nulla, o dare spunti su cose che ci riguardano».
E mentre Troy Williams ha annunciato l’addio alla Carpegna Prosciutto Pesaro, Mario Boni, il vicepresidente della Giba (l’associazione che tutela i giocatori), descrive una situazione di grande incertezza, con gli atleti che non riescono a trovare una posizione comune. «Io ho parlato con tanti atleti – ha detto Boni –, e le posizioni sono divergenti. C’è chi vive al Nord e vorrebbe continuare a giocare, e chi al Sud non se la sente».
In questo contesto di intertezza, ad ogni modo, l’eventuale diaspora di giocatori causerebbe seri problemi qualora si decidesse, una volta terminata l’emergenza, di far riprendere il campionato: il torneo, infatti, verrebbe infatti ulteriormente falsato.
White ha poi chiarito che il suo desiderio di partire è legato al fatto che non si giochi, e dunque non alla paura di un contagio. «Voglio andarmene se non si giocheranno partite», ha twittato successivamente.
In questa situazione di incertezza, con i giocatori che stanno iniziando a guardarsi intorno con una certa preoccupazione, la stella della Happy Casa Brindisi, Adrian Banks, si è soffermata sul modo in cui gli stessi giocatori vengono rappresentati. «Abbiamo bisogno di una un’Associazione giocatori in Europa – ha sottolineato –. Abbiamo bisogno di una linea di comunicazione con i dirigenti di Lega e i presidenti. Siamo gli ultimi a conoscere le cose e non possiamo dire nulla, o dare spunti su cose che ci riguardano».
E mentre Troy Williams ha annunciato l’addio alla Carpegna Prosciutto Pesaro, Mario Boni, il vicepresidente della Giba (l’associazione che tutela i giocatori), descrive una situazione di grande incertezza, con gli atleti che non riescono a trovare una posizione comune. «Io ho parlato con tanti atleti – ha detto Boni –, e le posizioni sono divergenti. C’è chi vive al Nord e vorrebbe continuare a giocare, e chi al Sud non se la sente».
In questo contesto di intertezza, ad ogni modo, l’eventuale diaspora di giocatori causerebbe seri problemi qualora si decidesse, una volta terminata l’emergenza, di far riprendere il campionato: il torneo, infatti, verrebbe infatti ulteriormente falsato.
