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Club e giocatori provano a fare i conti

di Andrea Sini
Club e giocatori provano a fare i conti

La Dinamo e le altre società in bilico tra la chiusura definitiva della stagione e una formula modificata del campionato

16 marzo 2020
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SASSARI. Provare a salvare la stagione rimodulando i calendari o alzare bandiera bianca e chiudere definitivamente i battenti? E, nel secondo caso, assegnare lo scudetto e decretare promozioni e retrocessioni sulla base della classifica maturata sinora? E ancora, come gestire le questioni contrattuali con i giocatori? A bocce ferme, a causa dell’emergenza coronavirus, i protagonisti del campionato di serie A stanno provando a immaginare i prossimi scenari. Poco più che un esercizio di retorica, al momento, dato che al di là dei decreti emanati dal governo non esiste un orizzonte temporale che superi con certezza l’emergenza. Dai presidenti dei club ai giocatori, sino ai tifosi, il basket italiano (come gli altri sport) in questo momento ha comunque una faccia a forma di punto interrogativo.

«La nostra volontà è quella di concludere la stagione per dimostrare che la vita può continuare e stiamo studiando diversi sistemi», ha detto in questi giorni il presidente federale Gianni Petrucci, che mantiene comunque grande prudenza.

«Si tratta di una situazione imprevista e imprevedibile dove siamo costretti a navigare a vista cercando di fare le scelte giuste – ha sottolineato Umberto Gandini, appena eletto presidente della Lega basket –. Abbiamo davanti due paletti: il primo è la disposizione governativa che ferma tutto lo sport sino al 3 aprile: questo è il primo spartiacque ma ovviamente saranno le autorità a dirci se davvero nel weekend del 5 aprile si potrà tornare in campo. L’altro aspetto da considerare sono le date del Preolimpico di basket che, come potrebbe succedere nel calcio con i campionati Europei, potrebbe subire ritardi o rinvii. Il nostro obiettivo resta quello di poter completare la stagione, anche arrivando eventualmente oltre il 12 giugno e ipotizzare, come sta facendo il calcio, una conclusione entro la fine di quel mese».

Il problema principale per le società è rappresentato dal fatto che il botteghino ha un’importanza assolutamente imprescindibile nei bilanci dei singoli club. Se la stagione dovesse venire considerata conclusa a marzo, il danno per oltre la metà delle squadre di serie A sarebbe semplicemente insostenibile. Sulla stessa barca, ma di fatto dall’altra parte della barricata, ci sono i giocatori, che hanno firmato contratti garantiti almeno sino a giugno e stanno cercando di fare fronte comune per evitare di perdere 3 mesi secchi di stipendio senza poter neppure rinegoziare le spettanze. «Di certo un sostegno al basket da parte del governo andrà assicurato», ha detto Gandini. Al momento sembra questa l’unica partita che verrà certamente giocata.

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