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Coronavirus: «Il Latte Dolce saprà reagire all’emergenza»

Coronavirus: «Il Latte Dolce saprà reagire all’emergenza»

Serie D. Il presidente Fresu: «La tecnologia ci aiuta, i giocatori continuano a lavorare da casa»  

23 marzo 2020
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SASSARI. Sono passate solo poche settimane da quando il pallone ha smesso di rotolare sul campo, eppure sembrano anni. Il tempo si è dilatato, niente è più come prima e parlare oggi di calcio "fa strano". Anche per chi dello sport è un pilastro, come il presidente del Latte Dolce che commenta con l'amarezza e l'angoscia del momento epocale in cui ci troviamo: L'escalation del virus ci pone tutti in una situazione di massima allerta e questo rende secondario pensare al pallone. Il nostro presente è fatto di emergenza sanitaria».

Per dare forza al suo messaggio, il presidente biancoceleste si rifà all'ultima gara disputata e vinta dai suoi ragazzi in una trasferta che sembrava proibitiva, sul campo della super capolista Turris. «Uniti si vince, lo ha dimostrato il nostro successo sul campo dell'ultima squadra imbattuta d'Europa. Sembrava impossibile, eppure ce l'abbiamo fatta, facendo tutti la nostra parte. Quel giorno sembra lontano, invece sono trascorse solo tre settimane e nel frattempo le regole sono cambiate e gli stadi hanno chiuso. Un atto necessario, forse perfino tardivo. I nostri giocatori continuano a lavorare da casa, con voglia e col supporto della tecnologia, che consente la vicinanza dello staff tecnico».

Nell'atmosfera surreale delle città deserte serpeggia aria di crisi, con la consapevolezza che aziende e famiglie verranno messe in ginocchio da un'inattività che si prevede lunga. Fresu è al vertice di una società calcistica ma è anche imprenditore e padre di famiglia, inevitabile convivere con una grande preoccupazione. «Oggi il calcio che funziona è vissuto con spirito aziendale e le aziende, tutte, dovranno riprendersi da questa botta, che non sarà indolore. In Sardegna è già difficile fare, in qualsiasi settore sport compreso, e lo sarà ancora di più. Le società sarde pagheranno dazio in misura maggiore e ci vorrà un aiuto concreto e sostanzioso da parte della Federazione e del Governo. Purtroppo in questo momento non vedo soluzioni alla questione campionati, nessuno sa se si riprenderà a giocare e quando. Ora - prosegue Fresu - la priorità è la salute. Poi torneremo a fare calcio, ma ci vorranno risposte certe, non parole e promesse. Adesso restiamo a casa, facciamolo con convinzione, tenendo sempre viva la voglia di ricominciare».

Sandra Usai



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