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oggi confronto lega-aic 

Il pallone sogna di ripartire ma non ci sono certezze

Spadafora annuncia che non si ricomincerà il 3 maggio e promette 400 milioni di aiuti

30 marzo 2020
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ROMA. A tre settimane da quel Juventus-Inter che verrà ricordata non come un big match scudetto ma come lo spartiacque tra un mondo e un altro, padroni e attori del calcio tricolore si affacciano su un futuro pieno di incognite e preoccupazioni. La speranza di ripartire con i campionati in tempi accettabili si fa sempre più flebile, in attesa che oggi il governo e il ministro Vincenzo Spadafora proroghino i termini dello stop generalizzato.

Niente da fare per il 3 maggio, ha preannunciato lo stesso Spadafora, che proporrà di bloccare tutta l'attività sportiva, allenamenti compresi, fino al 30 aprile. In questo vuoto totale rischiano di precipitare le società, che da un lato chiedono aiuto all'esecutivo e dall'altro cercano tagliare le spese intervenendo sulla voce più consistente, gli stipendi dei giocatori. La partita avrà oggi un suo momento importante con l'incontro (ovviamente in conference call) tra la Lega serie A e l'Associazione italiana calciatori, che ascolterà e valuterà le risposte dei club.

Intanto però a dare una traccia forte è stata la Juventus, che ha agito in contropiede rispetto alle altre trovando un sostanzioso accordo con i suoi campioni e staff per circa 90 milioni di risparmi. Un modulo di gioco che è piaciuto al presidente della Figc, Gabriele Gravina, che lo ha definito «un esempio per tutto il sistema» e ha ringraziato giocatori e tecnico che «hanno posto l'interesse generale al centro della loro interlocuzione con il club». «L'unità e la solidarietà - ha continuato - sono la prima grande risposta all'emergenza, che rischia di essere ancor più grave se non si dovesse tornare a giocare. Solo il contributo di tutti i protagonisti, ognuno per la sua parte, renderà il calcio più forte».

La partita di oggi non si preannuncia comunque facile e rischia di essere poco più di un calcio di inizio, perchè il modulo Juventus non piace a tutti i club e nemmeno all'Aic, che deve tutelare interessi molto diversi, e trovare una auspicata soluzione comune rischia di richiedere molto tempo e pazienza.

«Il calcio può uscire dalla crisi se si prendono misure nell'interesse di tutti», dice Cosimo Sibilia, vicepresidente vicario della Figc e presidente dei Dilettanti, la base della piramide calcio. Da Spadafora, per tutto lo sport dilettantistico, è arrivata la promessa di 400 milioni di aiuti, e Sibilia «prende atto con soddisfazione, in attesa, naturalmente, dei gesti concreti».

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