tokyo 2021
Il rinvio gonfia i costi, bisogna capire chi paga
ROMA. Il rinvio al 2021 delle Olimpiadi di Tokyo a causa della pandemia è stato accolto con generale favore ma si comincia già a fare i conti con le ricadute economiche. Il presidente del comitato...
30 marzo 2020
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ROMA. Il rinvio al 2021 delle Olimpiadi di Tokyo a causa della pandemia è stato accolto con generale favore ma si comincia già a fare i conti con le ricadute economiche.
Il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2020, Yoshiro Mori, ha scritto alle trentatré federazioni sportive internazionali esprimendo la sua preoccupazione per chi pagherà il conto per il rinvio di un anno, dato che «un aumento dei costi è inevitabile» e che «ora la grande sfida è decidere chi dovrà sopportarli e in qual modo».
Nella lettera, di cui ha preso visione «Insidethegames.com», si sottolinea anche che quella della copertura dei costi è solo una delle migliaia di sfide che il rinvio mette sul tavolo per una molteplicità di soggetti e soprattutto per la task force istituita per affrontare le questioni più complicate e che si è riunita per la prima volta giovedì scorso.
Il Giappone ha già speso oltre 12 miliardi di dollari per organizzare i Giochi più costosi di sempre, ma il rinvio apre una nuova voragine. Le federazioni saranno consultate dalla task force, così come le sedi coinvolte nell'evento, che non si sa se saranno disponibili anche per il prossimo anno, visto poi che le date non sono ancora state fissate. Il compito principale della task force, denominata «Here We Go», sarà proprio determinare le nuove date, decisione che è stata promessa nell'arco di tre settimane e da cui deriveranno a cascata quelle relative alle sedi di gara, ai tornei di qualificazione, alla biglietteria e all'ospitalità, con relative problematiche.
Mori ha concluso la sua lettera con un messaggio di ottimismo, chiedendo a tutti i soggetti coinvolti «portare avanti la nostra missione per svolgere l'anno prossimo i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020, dimostrando che l'uomo ha trionfato sul coronavirus». Tra i destinatari della missiva c'è anche il n.1 di World Athletics, Sebastian Coe, il quale ha parlato invece dei vantaggi del rinvio, soprattutto per gli atleti, ai quali, a suo parere, è stato risparmiato l' «enorme stress» causato dalla necessità di allenarsi in condizioni di precarietà e preoccupazione per la salute.
Il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2020, Yoshiro Mori, ha scritto alle trentatré federazioni sportive internazionali esprimendo la sua preoccupazione per chi pagherà il conto per il rinvio di un anno, dato che «un aumento dei costi è inevitabile» e che «ora la grande sfida è decidere chi dovrà sopportarli e in qual modo».
Nella lettera, di cui ha preso visione «Insidethegames.com», si sottolinea anche che quella della copertura dei costi è solo una delle migliaia di sfide che il rinvio mette sul tavolo per una molteplicità di soggetti e soprattutto per la task force istituita per affrontare le questioni più complicate e che si è riunita per la prima volta giovedì scorso.
Il Giappone ha già speso oltre 12 miliardi di dollari per organizzare i Giochi più costosi di sempre, ma il rinvio apre una nuova voragine. Le federazioni saranno consultate dalla task force, così come le sedi coinvolte nell'evento, che non si sa se saranno disponibili anche per il prossimo anno, visto poi che le date non sono ancora state fissate. Il compito principale della task force, denominata «Here We Go», sarà proprio determinare le nuove date, decisione che è stata promessa nell'arco di tre settimane e da cui deriveranno a cascata quelle relative alle sedi di gara, ai tornei di qualificazione, alla biglietteria e all'ospitalità, con relative problematiche.
Mori ha concluso la sua lettera con un messaggio di ottimismo, chiedendo a tutti i soggetti coinvolti «portare avanti la nostra missione per svolgere l'anno prossimo i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020, dimostrando che l'uomo ha trionfato sul coronavirus». Tra i destinatari della missiva c'è anche il n.1 di World Athletics, Sebastian Coe, il quale ha parlato invece dei vantaggi del rinvio, soprattutto per gli atleti, ai quali, a suo parere, è stato risparmiato l' «enorme stress» causato dalla necessità di allenarsi in condizioni di precarietà e preoccupazione per la salute.