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Coronavirus, la strana solitudine di Andrea Mura: «Meglio l’Oceano...»

di Sergio Casano
Coronavirus, la strana solitudine di Andrea Mura: «Meglio l’Oceano...»

Il velista racconta la sua permanenza forzata a casa. «Un silenzio surreale, uguale e diverso da quello del mare»

01 aprile 2020
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CAGLIARI. Poco più di tre settimane fa, il primo sabato di marzo, Andrea Mura aveva varato al porto industriale di Cagliari il nuovo Vento di Sardegna, tornato in mare per intraprendere nuove sfide nel Mediterraneo in attesa di ritornare in Oceano. Poi, due giorni dopo, i divieti e le limitazioni dovute al coronavirus e lo skipper cagliaritano è stato costretto a rafforzare gli ormeggi dell'Open 50 e, come tutti, a chiudersi in casa, lasciandosi fuori un silenzio surreale, come quello dell'Oceano, vissuto nelle tante traversate atlantiche in solitario: «Anche se, il silenzio che si vive in Oceano è diverso – spiega . Perché sei in mezzo al mare da solo, lontano da tutti, alla ricerca delle burrasche per arrivare prima degli altri. In barca si vive in tensione, senza dormire, bagnato dagli spruzzi delle onde. Quello che sto vivendo in questi giorni, anche se surreale, è tutta un'altra cosa, visto che sono tra le mura domestiche con la mia famiglia, compreso il nuovo nato Marvel. Ho poi tutti i comfort, comprese le tecnologie che ci aiutano a stare mo meno lontani dagli amici. Il silenzio si può paragonare a quello del mare, dove l'aria è più pulita come in questi giorni nelle città, dove non si sentono più i rumori delle auto e degli aerei».

Dopo tanti anni di vita intensa a solcare gli Oceani, ha preso di buon grado il lungo stop imposto dalle direttive del governo Andrea Mura, classe 1964, randista del Moro di Venezia a San Diego durante l’America’s Cup del 1992: «Questo brutto momento lo sto vivendo come un periodo sabatico, dopo aver corso tutta la vita a mille, da quando faccio le regate: il mondo d'altronde si è fermato obbligando anche a me a fermarmi. E' un periodo davvero difficile, una sorta di fermo biologico o meglio, se mi concedete il termine, batteriologico, causato da un evento ciclopico che ci ha ormai cambiato la vita. Per me è anche un momento di riflessione, di riorganizzazione per innovare e creare nuove idee per la mia barca, con il pensiero e l'obiettivo di tornare in acqua a navigare: magari nel 2022 per partecipare alla Route du Rhum, la regata in solitario da Saint Malo, Bretagna, all'Isola caraibica di Guadalupa. La mia prima regata in solitario al timone di Vento di Sardegna, che vinsi nel 2010».

Ormai la stagione velica è saltata, come le regate a cui Vento di Sardegna si era iscritto: prima alla "Roma x 1" (535 miglia), che sarebbe dovuta partire il 26 aprile dal porticciolo laziale di Riva di Traiano, poi Ran 630, la regata dell'Accademia Navale di Livorno organizzata in collaborazione con lo Yacht Club Costa Smeralda che si snoda nel Tirreno tra Porto Cervo e Napoli per far poi ritorno nel porto toscano: «Gli appuntamenti più importanti in programma nel Mediterraneo sono saltati – conclude Andrea Mura – mi piacerebbe tornare in Oceano, ma ci vuole tempo per prepararsi. E' presto per fare progetti considerato il periodo difficile che si sta vivendo per la grande pandemia Covid 19.Mi auguro che per tutti torni la voglia di vivere, di tornare alla vita normale anche se non sarà certo come prima».

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