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Quattro gol e il Cagliari liquida il Brescia

Enrico Gaviano
Quattro gol e il Cagliari liquida il Brescia

50 anni fa lo scudetto: contro le rondinelle super Brugnera e duello Riva-Boranga

05 aprile 2020
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CAGLIARI. Dopo la vittoria di Vicenza il Cagliari aveva praticamente seminato tutti gli avversari in classifica. A resistere solo la Juve, forte di 8 vittorie consecutive, mentre il Cagliari dopo un periodo buio ne aveva ragranellato 3 di fila. Per questo la partita del 26 gennaio 1970, fu un momento assolutamente decisivo nella stagione. Il Cagliari all’Amsicora ospitava il Brescia, mentre la Juventus di Rabitti era di scena a Bologna, squadra allenata da Mondino Fabbri, tecnico passato alla storia per la sconfitta contro la Corea del Nord ai mondiali del 1966.

Finì che i felsinei bloccarono sul pari a reti inviolate i bianconeri, mentre il Cagliari letteralmente passeggiò sul povero Brescia umiliato con un perentorio 4 a 0. Così quella sera nella classifica i rossoblù risalirono a quota +4 sui rivali (allora la vittoria valeva soltanto 2 punti).

Cagliari-Brescia 4-0. Quella partita rivive nel racconto di quello che forse ne è stato il più grande protagonista, Mario Brugnera. Contro il Brescia infatti, il giocatore veneziano si prese il lusso di fare due gol e uscire dal campo fra gli applausi scroscianti del pubblico cagliaritano, finalmente conquistato. «Me la ricordo bene quella partita – dice oggi il fantasista campione d’Italia –, perché ancora mia moglie mi mette il muso quando ci ripensa... » Come sarebbe Brugnera? «Sì, è che quel giorno, per la prima volta vennero a vedermi giocare a Cagliari mia madre e mia sorella – ricorda ridacchiando –. E alla fine della partita i giornalisti mi chiesero: Mario, a chi dedica questa doppietta? E io risposi prontamente, a mia mamma e a mia sorella... Così mia moglie se l’è legata al dito».

Brugnera titolare. Va fatto un passo indietro per ricordare come Brugnera era arrivato un anno prima al Cagliari, nello scambio che aveva portato anche Albertosi in rossoblù e Rizzo alla Fiorentina. Nel primo campionato Brugnera fu titolare fisso. Ma con l’acquisto di Domenghini e lo spostamento di Nenè nel ruolo di mezz’ala, Brugnera finì fra le riserve. L’infortunio di Tomasini contro la Samp nella prima giornata di ritorno del torneo dello scudetto, riportò Brugnera fra i titolari.

«Scopigno si inventò Cera libero, e Pierluigi interpretò quel ruolo in chiave moderna – ricorda ancora Brugnera –, mentre Nenè fu messo in mediana. Io da mezzala potevo sfruttare sia le mie capacità nel palleggio che le mie doti nel tiro in porta». E infatti quel pomeriggio di 50 anni, in cui mancava anche lo stopper titolare Niccolai sostituito dall'eclettico Poli,  fa Brugnera fece prima il gol del 2-0 (dopo l’iniziale marcatura di Bobo Gori) sfruttando una mezza respinta di Boranga su tiro di Riva, poi nella ripresa si fece mezzo campo da solo prima di fulminare il portiere delle rondinelle e firmare il 4-0 con cui si concluse la partita.

Duetto Riva-Boranga. Nel frattempo aveva segnato anche Riva, protagonista di un curioso siparietto con il portiere bresciano. «Eh, Boranga era un tipetto sveglio – dice ancora Brugnera –, si divertiva a sfottere. Provocava gli avversari con frasi del tipo: tanto non segni, io riesco a parare tutto. Insomma, sino a un certo punto della partita era riuscito a prendere tutte le palle che Gigi gli aveva spedito in porta. Riva si era incaponito tanto ma alla fine, eravamo all’inizio del secondo tempo, gli tirò una legnata di sinistro e la mise dentro. Poi andò da Boranga e gli sussurrò nell’orecchio: ehi, se cerchi il pallone è lì dietro. Quello gli gettò un’occhiataccia, ma finì tutto lì».

Carta vincente. Mario Brugnera se la ride di gusto pensando a quei momenti. Poi però insiste per aggiungere un altro particolare di quella stagione. «Sai una cosa? Ai miei compagni di quel campionato dico sempre che, alla fin dei conti, l’infortunio a Tomas (Tomasini, ndr) è stato decisivo nella conquista dello scudetto. Fu così, infatti, che Scopigno si decise a togliermi finalmente dalla panchina. E io, che ero stufo di tutti i secondi posti che avevo messo insieme nella mia carriera, mi giocai bene le mie carte».

Il tabellino. CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Poli, Nenè, Domenghini, Brugnera, Gori, Greatti, Riva (12. Reginato, 13. Mancin, non utilizzati)

BRESCIA: Boranga, Cagni, Botti, Fanti, Bercellino, Busi, Salvi, Simoni, Brunetta, Ragonesi, Inselvini (12. Brotto, 13. Volpi, non utilizzati)

ARBITRO: Barbaresco di Cormons

RETI: al 15’ Gori, al 30’ Brugnera. Nel secondo tempo al 15’ Riva, al 32’ Brugnera

NOTE: spettatori 25mila (2/continua)

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