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Quel tuffo prodigioso di Albertosi che negò la vittoria ai viola

Enrico Gaviano
Quel tuffo prodigioso di Albertosi che negò la vittoria ai viola

50 anni fa lo scudetto: finisce a reti inviolate la sfida Cagliari-Fiorentina all'Amsicora

07 aprile 2020
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CAGLIARI. Ricky Albertosi ha compiuto il 2 novembre 80 anni. Quel suo fisico robusto, come un tronco d’albero toscano, c’è ancora. Il portierone dello scudetto è stato il migliore numero 1 nella storia rossoblù. Spesso decisivo nei momenti cruciali della stagione del titolo. Anche quel giorno di 50 anni fa, l’8 febbraio 1970, quando all’Amsicora si presentò la sua ex squadra, la Fiorentina, campione d’Italia.  «Un anno prima avevamo perso a Firenze e quella roba non mi era andata mica giù» dice ora l’estremo difensore famoso per i suoi spettacolari voli a respingere le cannonate degli attaccanti avversari.

Cagliari-Fiorentina 0-0. Nella partita valevole per la 5a giornata di ritorno, i gigliati guidati da Pesaola si giocavano praticamente tutte le residue chance di riconferma dello scudetto. Con 5 punti di ritardo dalla scatenata capolista, reduce da 5 vittorie consecutive, la vittoria doveva essere l’unico possibile risultato per risalire la china. Ma, per la verità, sul campo le cose sembravano andare in un’altra direzione: Cagliari all’attacco a tamburo battente, e Fiorentina invece lì dietro, a subire. «C’era un vento di maestrale fortissimo – dice Albertosi –, e ovviamente noi, pur attaccando non avevamo il compito agevolato, visto che il vento cambiava vistosamente la traiettoria del pallone. Abbiamo dominato, confermando che la vittoria nella partita d’andata per 1-0, con un rigore di Riva, non era stata casuale. Cioè in quella stagione il Cagliari era più forte della Fiorentina, punto e basta».

Albertosi ex col dente avvelenato. Albertosi, toscanaccio di Pontremoli in provincia di Massa- Carrara, aveva tanta voglia di battere ancora la sua ex squadra. «Beh, ricordo che in quegli anni la Fiorentina era l’avversario con cui volevo vincere a tutti i costi – ammette –, perché tutto sommato non mi era piaciuto il benservito che mi avevano dato nell’estate del 1968». Albertosi fu ceduto al Cagliari insieme a Mario Brugnera in cambio di Franco Rizzo. «Io quell’estate ero convinto di andare all’Inter – confessa candidamente il numero 1 rossoblù –. E anche Allodi, l’uomo che curava la campagna acquisti dei nerazzurri, me lo aveva fatto sapere. Quando il presidente viola mi comunicò che mi avevano ceduto, non avevo dubbi. Invece quello mi disse, guarda che vai al Cagliari....». E in quei tempi i giocatori non potevano rifiutarsi di cambiare casacca. «Sì, devo confessare che ci rimasi male – aggiunge Albertosi –. Ma alla fine è stata la mia fortuna. Ho vinto uno scudetto con il Cagliari, che vale molto di più di quelli conquistati dalla Juve, l’Inter e il Milan e vissuto stagioni indimenticabili. La Sardegna è sempre nel mio cuore».

La parata decisiva. Tornando indietro alla partita di 50 anni fa, comunque, il Cagliari fece un primo tempo da favola. Poi, nella ripresa allentò un po’ la morsa. In attesa forse di un colpaccio nei minuti finali. Invece, dietro l’angolo, c’era una minaccia grossissima. A una manciata di minuti dal fischio finale di Carminati, Cera fece un passaggio indietro ad Albertosi. Il libero rossoblù, giocatore concreto ed espertissimo, quella volta sbagliò. Chissà: calcetto lento o valutazione errata del vento, fatto sta che su quel pallone si buttò come un falco Chiarugi pronto a trafiggere il portiere del Cagliari. Ma Albertosì, intuendo il pericolo scattò come una molla buttandosi sui piedi dell’attaccante della Fiorentina e riuscendo a deviare con la punta delle dita la conclusione altrimenti destinata a finire in rete.

«Sono attimi decisivi, sempre – ricorda con soddisfazione Albertosi –. Quella volta fui bravo e un pizzico fortunato riuscendo a mettere le mani sulla traiettoria della sfera». La partita finì dunque 0-0 e per la prima volta, e unica, in quel campionato, il Cagliari non riuscì ad andare a segno in casa. Il pareggio consentì alla Juventus, che invece vinse il derby contro il Torino, di avvicinarsi a tre punti dalla capolista rossoblù. Il duello, insomma, era sempre aperto.

Il tabellino. CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Nenè, Domenghini, Brugnera, Gori, Greatti, Riva (12. Reginato, 13. Poli, non utilizzati)

FIORENTINA: Superchi, Rogora, Longoni, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo (12. Bandoni, 13. Rizzo, non utilizzati)

ARBITRO: Carminati di Milano

NOTE: Trentamila spettatori, di cui 14.053 paganti e 13.838 abbonati. Incasso di 60.143.460 lire (4/continua)

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