BASKET
Stefano Sardara: «Pronti ad affrontare la tempesta»
di Andrea Sini
Il presidente biancoblù a tutto campo: «Campionato a 16 o 18? L’importante è riscrivere le regole»
10 aprile 2020
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SASSARi. L’incertezza sul presente, le ipotesi su un futuro che si annuncia estremamente complicato, ma che la Dinamo affronterà con relativa serenità.
Di serenità, soprattutto, e di costruzione di certezze, ha parlato ieri Stefano Sardara: in una conferenza stampa che un tempo sarebbe stata insolita – in videoconferenza – e che ora invece è la routine, il presidente biancoblù ha affrontato tutti i temi caldi legati al massimo campionato di basket, ma anche della gestione della Reale Mutua Torino, la sua seconda “creatura”.
Uno stop necessario. «Ci attendevamo lo stop del campionato – ha detto –, ci speravamo ma non avevamo grande fiducia in una possibile ripresa. Ci dispiace, eravamo secondi e abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti sul campo. Ma c’è un interesse superiore al mondo dello sport, quello della salute, e per questo condividiamo la scelta della federazione. Ora la vera battaglia sarà contare i danni e trovare il modo per ripartire. La Dinamo l’ha già fatto in passato, dovremo far funzionare il cervello, ma il messaggio che voglio dare è di totale serenità, sappiamo che sarà difficile e complicato, ma siamo pronti. E poi in Sardegna siamo sufficientemente resilienti».
La Dinamo di domani. «L’incendio è ancora in corso e capire oggi quella che può essere la dimensione del danno non è possibile, gli unici dati che possiamo avere sono quelli di riferimento dell’economia nazionale, europea e mondiale. I danni sono pesanti, si parla del 40% della competitività. La prima stagione sarà la più complicata. Ma, come ho già detto, ci siamo già passati». Ancora più complicato parlare del roster. Abbiamo diversi giocatori sotto contratto: Gentile, Spissu, Bilan, Devecchi, con ognuno di loro e anche con gli altri dovremo sederci al tavolo e ragionare. Per quanto riguarda le coppe siamo felicemente fidanzati con la Champions, e ci restiamo volentieri».
Palazzetto in stand-by. Neppure lo stop dell’attività può agevolare i lavori di ampliamento del PalaSerradimigni. «Le aziende sono ferme – sottolinea Sardara – quindi per un po’ non si potrà intervenire. Ringrazio il sindaco Campus, che è riuscito a trovare il finanziamento per completare anche la copertura. Appena potremo muoverci tutto ripartirà».
Gli abbonamenti. Come si comporterà la Dinamo per la prossima stagione? «Innanzitutto c’è da vedere come muoversi per la stagione in corso, siamo in attesa che la Lega ci dia le linee guida, ma in ogni caso tra noi e i nostri tifosi c’è sempre stato un legame particolare e un rapporto di collaborazione totale. Chiarisco subito che anche nel caso in cui, come sembra, qualche tribunale affermerà il fatto che le partite perse non sono rimborsabili, noi lasceremo la scelta al singolo tifoso. Chiunque voglia, quando sarà possibile, potrà venire in sede a sistemare la questione».
Torino e la nuova serie A. «Torino ha un bilancio solido, una città importante alle spalle e due fondi interessanti all’acquisizione del titolo. Per questo ho detto che avrebbe i titoli per stare in serie A. Qualora dovesse venire promossa, un minuto dopo noi saremo fuori, come da regolamento. Ma non farò nessuna guerra per ottenere la promozione. Per quanto riguarda il campionato, deve essere un anno zero, la mia idea è quella di riscrivere le regole sulla base della sostenibilità dei progetti. Da questo, solo da questo, deve dipendere la formula a 16 o 18 squadre. Magari – conclude Sardara – eviterei un campionato dispari».
Di serenità, soprattutto, e di costruzione di certezze, ha parlato ieri Stefano Sardara: in una conferenza stampa che un tempo sarebbe stata insolita – in videoconferenza – e che ora invece è la routine, il presidente biancoblù ha affrontato tutti i temi caldi legati al massimo campionato di basket, ma anche della gestione della Reale Mutua Torino, la sua seconda “creatura”.
Uno stop necessario. «Ci attendevamo lo stop del campionato – ha detto –, ci speravamo ma non avevamo grande fiducia in una possibile ripresa. Ci dispiace, eravamo secondi e abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti sul campo. Ma c’è un interesse superiore al mondo dello sport, quello della salute, e per questo condividiamo la scelta della federazione. Ora la vera battaglia sarà contare i danni e trovare il modo per ripartire. La Dinamo l’ha già fatto in passato, dovremo far funzionare il cervello, ma il messaggio che voglio dare è di totale serenità, sappiamo che sarà difficile e complicato, ma siamo pronti. E poi in Sardegna siamo sufficientemente resilienti».
La Dinamo di domani. «L’incendio è ancora in corso e capire oggi quella che può essere la dimensione del danno non è possibile, gli unici dati che possiamo avere sono quelli di riferimento dell’economia nazionale, europea e mondiale. I danni sono pesanti, si parla del 40% della competitività. La prima stagione sarà la più complicata. Ma, come ho già detto, ci siamo già passati». Ancora più complicato parlare del roster. Abbiamo diversi giocatori sotto contratto: Gentile, Spissu, Bilan, Devecchi, con ognuno di loro e anche con gli altri dovremo sederci al tavolo e ragionare. Per quanto riguarda le coppe siamo felicemente fidanzati con la Champions, e ci restiamo volentieri».
Palazzetto in stand-by. Neppure lo stop dell’attività può agevolare i lavori di ampliamento del PalaSerradimigni. «Le aziende sono ferme – sottolinea Sardara – quindi per un po’ non si potrà intervenire. Ringrazio il sindaco Campus, che è riuscito a trovare il finanziamento per completare anche la copertura. Appena potremo muoverci tutto ripartirà».
Gli abbonamenti. Come si comporterà la Dinamo per la prossima stagione? «Innanzitutto c’è da vedere come muoversi per la stagione in corso, siamo in attesa che la Lega ci dia le linee guida, ma in ogni caso tra noi e i nostri tifosi c’è sempre stato un legame particolare e un rapporto di collaborazione totale. Chiarisco subito che anche nel caso in cui, come sembra, qualche tribunale affermerà il fatto che le partite perse non sono rimborsabili, noi lasceremo la scelta al singolo tifoso. Chiunque voglia, quando sarà possibile, potrà venire in sede a sistemare la questione».
Torino e la nuova serie A. «Torino ha un bilancio solido, una città importante alle spalle e due fondi interessanti all’acquisizione del titolo. Per questo ho detto che avrebbe i titoli per stare in serie A. Qualora dovesse venire promossa, un minuto dopo noi saremo fuori, come da regolamento. Ma non farò nessuna guerra per ottenere la promozione. Per quanto riguarda il campionato, deve essere un anno zero, la mia idea è quella di riscrivere le regole sulla base della sostenibilità dei progetti. Da questo, solo da questo, deve dipendere la formula a 16 o 18 squadre. Magari – conclude Sardara – eviterei un campionato dispari».