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Spissu in diretta Instagram con la Nuova: «Assist, triple e... stoppate con Sassari nel cuore»

di Giovanni Dessole
Spissu in diretta Instagram con la Nuova: «Assist, triple e... stoppate con Sassari nel cuore»

Una “scampagnata” virtuale con il play del Banco di Sardegna, Marco Spissu. «Giocare per la Dinamo è un sogno. Amo la Pelosa, vorrei vedere la Sartiglia»

14 aprile 2020
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SASSARI. Una scampagnata virtuale, in video chat sul profilo Instagram ufficiale de La Nuova Sardegna con un pallone da basket sotto braccio e Marco Spissu in collegamento dalla sua casa. L’invito lanciato dal nostro quotidiano e dal giornalista Andrea Sini cattura l’attenzione di naviganti, tifosi e appassionati di basket.

Il playmaker della Dinamo Banco di Sardegna sorride e si racconta, fra biancoblù velato d’azzurro, vita in quarantena, la sua Sassari e i Candelieri (“La seguo da 25 anni, appuntamento immancabile con la Faradda”). «Pasquetta a casa. Bisogna rispettare le regole. Mi manca andare ad allenarmi, vedere famiglia e amici». Proprio nel weekend pasquale la Dinamo avrebbe dovuto giocare due gare in trasferta con Fortutudo (sabato scorso) e Virtus (ieri): «Mi sarebbe piaciuto andare a Bologna, ci ho giocato e sono molto legato alla città». La sua giornata in quarantena? «Mi alleno cercando di fare quanto più posso e sudare il più che posso. Pranzo. Quando c’è prendo il sole. Video chiamo i miei amici, gioco alla playstation. La dieta? Non sono un grande cuoco ma sto cercando di mangiare bene e mettere su due tre kg di muscoli: dicevano che non sarei mai potuto arrivare in alto per il fisico, ma Campazzo che domina in Eurolega ed è più basso di me. Sopperisci ai gap con cuore, impegno furbizia e lavoro».

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I compagni li sente spesso, elementi fondamentali di una annata particolarmente intensa: «Mi porto dentro il gruppo e le persone, le soste in aeroporto, i viaggi e le vittorie. Poz è la voglia di vincere, è stato un vincente e sa trasmetterlo da allenatore. Poi mette anche la carta di credito – ride – che dà ancora più motivazione. Bilan è un grande atleta e una persona super divertente fuori dal campo».

Pensieri sparsi per l’Isola e la penisola, dalla sua grande e appassionata famiglia a Marco Rota e Achille Polonara, da Bari a Casalpusterlengo, Tortona, Reggio Calabria e Bologna. Gli chiedono in chat se ha mai stoppato qualcuno: «Con la Dinamo, in campionato contro Cantù ho stoppato Culpepper. Ho anche il video». Ha ammirato Chalmers e TD12, consumato i video di Jordan e Bryant. Da ex calciatore apprezza Messi e Ronaldo. Sogna le Olimpiadi e immagina una Nazionale azzurra con lui, Datome (“Un immortale”) e Grant a rappresentare la Sardegna. Giura amore alla sua terra: «Un luogo splendido. Meravigliose Stintino e Cala Goloritzè. Mi piacerebbe vedere la Sartiglia di Oristano». Plaude alla raccolta fondi a supporto degli ospedali alle prese con il Covid-19 lanciata da Dinamo con Banco di Sardegna e Nuova Sardegna, saluta Massimo Chessà: «Ciao fratè. Ci alleniamo spesso insieme d’estate. Ci sentiamo durante le stagioni. Grande rapporto, e la birretta ai Candelieri è d’obbligo”. Supera con profitto i test sulla storia della Dinamo e sul dialetto sassarese, vorrebbe scambiare la sua canotta con la maglia di Giacomo Demartis della Torres, adora il cimarino della nonna e i cinepanettoni, ha appena finito di guardare la Casa di Carta, vive in maniera speciale il rapporto con la tifoseria, ascolta hiphop, reggaeton e segue con passione i Zeppara: «Grande gruppo di musica sassarese, ci suona mio zio e hanno suonato alla mia festa di compleanno». In chiusura un pizzico di matematica da parquet e di filosofia cestistica: «La schiacciata? Bella, ma vale di più un tiro da tre – dice Marcolino –. Mi piace molto far segnare un compagno: fai felice due persone. L’assist ce l’hai dentro, non puoi solo impararlo e allenarlo».
 

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