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«Il futuro non può attendere»

di Mauro Farris
«Il futuro non può attendere»

Serie D, il presidente della Torres, Salvatore Sechi: «Il calcio deve già pensare a come ripartire»

15 aprile 2020
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SASSARI. «Non perdiamo tempo e pensiamo subito al calcio del futuro». Basta poco per comprendere le vedute e le prese di posizione del presidente della Torres Salvatore Sechi. La serie D è ferma dal primo marzo. Dopo 26 giornate, con i rossoblù terzi in classifica a quota 51 punti, è arrivato il blocco imposto dall’emergenza coronavirus. «Non abbiamo riferimenti storici nel nostro Paese di un problema così grave se non nei due dopoguerra – ha detto il numero uno rossoblù in videoconferenza su Directasport –, dal punto di vista imprenditoriale c’è grande preoccupazione». Dal punto di vista sportivo, invece, Sechi dimostra di avere invece le idee chiare. «La Lega Nazionale Dilettanti non ha preso decisioni e per questo siamo ancora più preoccupati: al suo interno ci sono dirigenti capaci e ovviamente ci atterremo a tutte le loro scelte. Il mio pensiero, però, è uno soltanto: occorre fare in fretta».

La decisione non è tanto da far cadere su questo campionato. «Non c’è nessun elemento utile a pensare di poter continuare questa stagione – spiega Sechi – lo dico con profonda tristezza, perché avevamo scommesso su una squadra di giovani che ci aveva regalato grandi soddisfazioni. Per come si stavano mettendo le cose potevamo anche pensare di fare il miracolo e riagganciare la Turris». Sechi parla già al passato. Perché, dunque, terminato lo stop di Palazzo Chigi, non è il caso di proseguire la stagione e dare sostegno alle varie, a volte fantasiose, ipotesi messe in campo dalla federazione? «Perché non siamo la serie A, in serie D ci sono campetti con spogliatoi grandi come container e ogni trasferta, soprattutto per le squadre sarde, vuole dire aerei, pullman, ristoranti e alberghi in piena condivisione. Mi dispiace ma non possiamo cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che oggi è oggetto di dolorose restrizioni».

Ecco allora l’idea a cui nessuno aveva ancora pensato. «Perché non ripartire a settembre unendo al prossimo campionato i distacchi di quello chiuso lo scorso 1 marzo? In questo modo questo torneo diverrebbe una sorta di campionato di transizione nel quale dare valore ai meriti conquistati sul campo». Per Sechi, dunque, un campionato e mezzo per proseguire l’assalto alla LegaPro. «Oppure, tra le altre ipotesi, stilare una classifica che tenga conto soprattutto di parametri extracalcistici – spiega – le potenzialità del territorio, quelle economiche degli imprenditori coinvolti, il blasone della piazza, i suoi tifosi, etc». Due idee, che da sole, valgono più di quanto messo in campo finora dalla Lnd. «La Lega non decide perché ci sono troppi interessi in gioco tra serie D, campionati regionali e giovanili sono coinvolte centinaia di migliaia di tesserati. Arriverebbero un fiume di ricorsi».

La chiosa finale va a braccetto con il bando delle "portechiuse" «Se dobbiamo giocare senza spettatori meglio la playstation – conclude – piuttosto, non sprechiamo tempo. Ci dicano subito come ci si deve organizzare. Ci sarà da convivere con il virus? Bene. Ci dicano come fare. Ora». In attesa del vaccino, e magari, dell'approdo in LegaPro.

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