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Volley, trent’anni di “muri” sardi in serie A

di Fabio Fresu
Giuseppe Lai, storica star dell'Olimpia Sant'Antioco
Giuseppe Lai, storica star dell'Olimpia Sant'Antioco

Storico anniversario nella pallavolo. La prima fu Sant’Antioco, poi la A1 con Cagliari e Tortolì, ora resiste l’Hermaea Olbia in A2 

07 maggio 2020
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SASSARI. In principio fu il 1989/90. E la Sardegna del volley ha festeggiato proprio nell’ultima, sfortunata stagione, le sue “nozze di perla” con la serie A.

Tutto comincia come detto nell’anno agonistico 1989/90, tre decenni fa, quando l’Olimpia Sant’Antioco diventa la prima squadra isolana ad approdare nel campionato di A2 maschile, esattamente il 28 aprile 1990, grazie all’affermazione casalinga per 3-1 contro Ferrara che significa promozione matematica dalla B1. Un percorso che ha un ulteriore step quattro anni dopo, con il gran salto in A1, il massimo del volley nazionale. L’avventura tanto attesa da tutta l’isola però dura solo una stagione e nel 1997/98 arriva anche il ritorno in serie B, dove i sulcitani hanno militato con alterne fortune fino all’anno scorso, quando hanno dovuto abbandonare i ranghi nazionali per ripartire dalla C regionale.

Lo scettro dell’Olimpia viene raccolto esattamente dieci anni dopo la prima storica A dalla Pallavolo Cagliari, costola della Polisportiva San Paolo, che approda alla seconda serie nazionale nel 1999. E al sesto anno di militanza arriva anche il salto in A1, nel 2005/06, aggiudicandosi i playoff nei quali il team gestito in panchina Emanuele Fracascia, supera in semifinale il Bolzano e in finale il Bassano, battuto in due gare con i risultati di 3-0 e di 3-1. Ma anche in questa occasione la permanenza nell’Olimpo del volley dura solo una stagione, e appena due anni dopo il Cagliari deve abbandonare anche la A2.

Con l’arrivo del nuovo millennio però è arrivato il momento anche per il movimento femminile isolano di muovere i primi passi fra le “grandi”. Il primo assaggio è ad opera della Novitas Sestu, allenata da Aldo Pitzanti, che nel 1999/00 vince la B1 con un gruppo a forte trazione sarda, conquistando così l’accesso alla A2, categoria mantenuta purtroppo solo per un anno. Molto meglio va con l’Airone Tortolì, che nella stagione 2002/03 approda alla seconda serie nazionale grazie a un ripescaggio dopo aver disputato un ottimo campionato di B1, perdendo la possibilità della promozione sul campo solo ai playoff. Finalmente l’esordio viene bagnato dalla salvezza, e si arriva così al torneo 2004/05, nel quale, dopo una iniziale falsa partenza costata la panchina al tecnico Giandomenico Dalù, la squadra recupera tutti gli infortuni, si rinforza in corso d’opera e inizia una lenta ma costante risalita in classifica, culminata con la conquista della quinta posizione nella regular season, che vale un’insperata qualificazione ai playoff, e in questi addirittura il salto in A1, prima formazione “rosa” sarda a riuscire nell’impresa. Giusto il tempo di stabilire un nuovo record, ossia la prima salvezza assoluta in A1, poi nel 2005/06 arriva la retrocessione, e la società decide di abbandonare il palcoscenico della serie A, cedendo il diritto sportivo di A2 a Reggio Emilia.

Il resto è storia recente. Nel 2013/14 è l’Hermaea Olbia a staccare il biglietto per la A2 femminile, grazie a un ripescaggio dopo essere stata eliminata nei playoff, categoria che la società del presidente Gianni Sarti conserva tutt’ora, dopo sei anni, mettendo a segno la striscia più lunga a livello femminile, con la qualificazione quest’anno alla poule promozione. Un buon auspicio per il futuro.



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