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«Basta girare, io resto al Muravera»

di Alessandro Bulla
«Basta girare, io resto al Muravera»

Serie D, Davide Moi è il difensore della squadra del Sarrabus. «Ho fatto il pendolare per 14 anni, ora voglio fermarmi»

15 giugno 2020
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MURAVERA. Davide Moi, uno dei perni della difesa del Muravera, la squadra del Sarrabus che disputa il campionato di serie D (girone G), si è stancato di fare su e giù per l’Italia, e, dopo aver fatto il pendolare per 14 anni, ha deciso di fermarsi. Il suo sogno è continuare a giocare proprio col Muravera.

Nel paese del Sarrabus “il gigante buono”, così chiamato per via della sua stazza, si è trovato così bene al punto da essere disposto a rinnovare il contratto per la prossima stagione anche se dovesse ricevere proposte da società di categoria superiore. «Dopo tanti traslochi sento il bisogno di stabilità e di mettere radici – confessa Moi-. Io la mia scelta l’ho fatta, mi auguro ci sia anche la disponibilità della società. Decisivo sarà il parere del mister Francesco Loi, uno degli allenatori più preparati in Sardegna, che stimo e ammiro tantissimo. Se tutto dovesse andare a buon fine, come mi auguro, saranno felicissimi sia mia moglie Simona che i miei due figli Cristian (9 anni) e Angelica (8) che dallo scorso anno vivono a Muravera e si sono ormai ambientati. Per loro Muravera è casa».

Davide Moi ha frequentato l’istituto di istruzione superiore “Primo Levi” di Quartu e ha conseguito il diploma di ragionieria. Nei giorni scorsi si è laureato in scienze motorie e sportive nell’università degli studi di Cagliari discutendo la tesi “Evoluzione dello sport nei pazienti affetti da Emofilia”. «Ho provato una grande soddisfazione. Non è stato semplice conciliare l’attività agonistica con lo studio e la famiglia. Una parte del merito è di mia moglie Simona che mi è stata sempre vicina, mi ha incoraggiato e spronato. Essendo affetto da emofilia e conoscendo le problematiche sono stato abbastanza agevolato nella preparazione della tesi».

In carriera Davide Moi ha subito tre operazioni al ginocchio. «Fortunatamente sono andate tutte a buon fine. Non mi sono mai perso d’animo e ho sempre trovato la forza per riprendermi e andare avanti».

Per Moi è stato giusto sospendere il campionato. «D’altronde non c’erano le condizioni per poter proseguire in sicurezza». E la proposta di cristallizzare le classifiche al 1° marzo? «È una decisione corretta anche se alla conclusione del campionato mancavano ancora otto match ed erano in palio 24 punti che avrebbero potuto modificare le posizioni in classifica. In ogni caso sono sicuro che saranno presentati diversi ricorsi perché molti saranno scontenti di questa decisione».

La sorpresa del campionato? «Senza dubbio il Muravera. Pur essendo una matricola ha disputato un ottimo campionato e ha conquistato sul campo senza patemi d’animo l’obiettivo salvezza». E in negativo? «La verità? Mi aspettavo qualcosa di più dall’Arzachena».

Tra i giocatori sardi, esclusi i tuoi compagni di squadra, quali sono stati i migliori? «Tra gli over Marco Cabeccia (difensore 87) e Giuseppe Nuvoli (centrocampista 87). Tra gli under Giovanni Isidoro Pinna (centrocampista 2001) tutti e tre del Latte Dolce».

Col Muravera in campionato Moi ha messo a segno tre reti pesantissime. Una col Portici e due col Budoni. «Anche se si è concluso prima del previsto è stato davvero un bel campionato. La mia rete più bella? Quella messa a segno sul risultato di parità 1-1 col Budoni. Un tiro al volo di sinistro che non è il mio piede».

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