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Gentile: «Dinamo e Poz, ci divertiremo ancora»

di Andrea Sini
Gentile: «Dinamo e Poz, ci divertiremo ancora»

Basket, l'esterno in biancoblù per la terza stagione. «In isolamento ho lavorato tanto, non vedo l’ora di iniziare»

10 luglio 2020
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SASSARI. Il lungo stop trasformato in opportunità per migliorare, l’imminente ripartenza vista come un momento da vivere sino in fondo. In casa Dinamo il conto alla rovescia per la nuova stagione è iniziato e a meno di due settimane dal raduno Stefano Gentile morde già il freno.

Confermatissimo. Per la prima volta nella sua carriera, l’esterno di Maddaloni, che ha giocato a Imola, Milano, Ostuni, Trento, Casale, Caserta, Cantù, Reggio Emilia e Bologna (sponda Virtus), si fermerà in una città per tre stagioni di fila. «Sassari è una delle piazze che sono in grado di darti stabilità come squadra e progetto – dice Gentile, che a ottobre diventerà papà per la prima volta –, e questa non è una cosa comune. Qui ci sono idee e si lavora per mantenere standard di un certo livello. È la chiave dei successi ottenuti in questi anni e io sono felicissimo di proseguire questo percorso».

Nella testa del Poz. Il nuovo roster del Banco ha una chiara impronta europea e coach Gianmarco Pozzecco medita di dare ancora più responsabilità ai suoi fedelissimi, su tutti Spissu e lo stesso Gentile. «La stima che Poz ha per me mi rende felice ed è ricambiata. Apprezzo moltissimo il suo modo di fare, il suo saper creare il gruppo e starci insieme. Non a caso con lui abbiamo vissuto annate positive dal punto di vista sportivo, ma anche piacevoli da punto di vista umano. E non è una cosa da sottovalutare. Ha visto tanto basket in Europa e ha sempre dimostrato di saper dare fiducia ai suoi giocatori. Ma c’è un’altra cosa: i gruppi di questi anni sono stati talmente coesi che ci sentiamo di continuo anche con gli ex compagni. Io personalmente mi sento ancora con tutti, da Polonara a Pierre, da Bamforth a Carter».

Il lungo isolamento. «Il lockdown ci ha tolto tantissimo – dice il numero 22 della Dinamo – ma chi ha voluto ha potuto approfittarne per migliorare. Io ho speso quotidianamente sudore per crescere sia fisicamente che tecnicamente. Ho lavorato sul fisico, sulla mobilità, sulla resistenza ad alta intensità. Vorrei essere più continuo, non avere picchi e cali. La continuità dal punto di vista fisico mi è sempre un po’ mancata, anche a causa degli infortuni. Ho utilizzato questo tempo per concentrarmi su tutti questi aspetti e non vedo l’ora di andare a misurarmi sul campo».

Le sfide in famiglia. Come stanno andando le solite “sanguinose” sfide estive uno contro uno con suo fratello Alessandro nel campetto di casa? «Diciamo che quest’anno abbiamo potuto sbizzarrirci. Noi di solito giochiamo a metà campo con sfide a 5 canestri, al meglio delle 5 partite. Penso che sia avanti lui ma ne abbiamo fatte talmente tante che abbiamo perso il conto. Ma per me il solo il fatto di riuscire contro uno dei più forti giocatori italiani ed europei nell’uno contro uno, è già un grande successo». All’inizio del mercato il nome di Alessandro era stato accostato alla Dinamo. «Mi avrebbe fatto piacere giocare ancora con lui – dice il figlio maggiore di Nando –, a Bologna siamo stati molto bene insieme, nonostante la stagione non sia stata poi così positiva. Magari in futuro ricapiterà».

La fine del tunnel. Stavolta tornare in campo non sarà come le altre volte. «Abbiamo tutti una grande voglia di rimetterci in gioco – sottolinea Gentile –, e siamo anche curiosi di vedere se il lavoro fatto paga. Anche per chi, come me, fa il professionista da più di 10 anni, l’emozione di tornare a giocare sarà davvero particolare. Per fortuna lo sport ti pone costantemente di fronte a nuovi obiettivi».

La nuova Dinamo. Qualche conferma, diversi volti nuovi. L’undicesima Dinamo da serie A è tutta da scoprire. «Non è una squadra “canonica”, è la squadra che aveva in mente Pozzecco, che voleva la possibilità di modellare i giocatori alle necessità e alle idee. La scelta dei giocatori è legata a uno stile di gioco vario e che coinvolge tutti. Poz è in grado di tirare fuori il meglio dai giocatori e farli crescere».

Le carte della serie A. «A oggi non ho la più pallida idea di come sarà il campionato. Virtus e Milano partono avanti a tutte, ovviamente, e Venezia è sempre la squadra più solida. Noi siamo l’eterna outsider che tenta di divertirsi e raggiungere gli obiettivi, ma ci sono altre realtà ambiziose come Brescia, Trieste e Varese. Mi sarebbe piaciuto mantenere la formula a 18 squadre, mi dispiace per Pistoia e Torino, ora vedremo cosa succederà. In ogni caso sarà un campionato interessante».

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