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Gli azzurri del pentathlon salutano Sassari

Gli azzurri del pentathlon salutano Sassari

La nazionale si è allenata in città per 10 giorni nel primo raduno post lockdown: «Grazie di tutto»

20 luglio 2020
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SASSARI. «Grazie di tutto Sassari, e arrivederci». È questo il messaggio della nazionale di pentathlon, rimasta in città per dieci giorni nel primo raduno post lockdown, in preparazione delle Olimpiadi di Tokyo 2021, senza tralasciare i campionati europei a settembre.

Il team, dodici atleti e vari tecnici al seguito, necessari dato che la disciplina è la somma di cinque sport, corsa, tiro, nuoto, scherma ed equitazione, ha soggiornato nel Capo di Sopra fino a sabato, allenandosi con intensità, ma prendendosi anche qualche pausa di svago. «Ci siamo trovati davvero bene – dice Roberto Naccari, direttore tecnico della federazione – siamo stati accolti a braccia aperte, gli impianti, la piscina di Lu Fangazzu, il palascherma di via Togliatti, lo stadio Siddi ed il maneggio vicino a Porto Torres, sono stati tutti molto apprezzati, per funzionalità e facilità di raggiungimento. Anche il consigliere federale Enrico Casucci ci ha fatto visita. L’obiettivo era allenarci e divertirci, e posso dire che siamo andati anche oltre le aspettative».

Una buona occasione per il sassarese Fabio Poddighe, pluricampione italiano e perno della nazionale fino al suo ritiro, di ritrovare i suoi compagni in azzurro Riccardo de Luca e Pier Paolo Petroni, con i quali ha conquistato una medaglia d’oro a squadre agli europei del 2016 a Sofia. «Vedere questi ragazzi allenarsi è stato un vero piacere – dice il referente regionale della Fipm Peppone Pirisi – mi sono appassionato al pentathlon nel 2011, nella tappa di Sassari di Coppa del Mondo, grazie ad Ilario Ierace, presidente della Sport Full Time, società di Fabio, e conoscendo Daniele Masala, sardo e campione olimpico a Los Angeles 1984. Quando la Sardegna avrà un altro Poddighe? L’obbligo è provarci, puntiamo sui poli di Sassari e Cagliari, poi bisogna trovare i talenti, indispensabili per arrivare ai livelli più alti».

Fabio Fresu

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