Calcio
«Io beato tra le donne, altro che il Poz»
di Gianna Zazzara
La serenità di Antonello Restivo, coach della squadra femminile della Dinamo basket. Il debutto in serie A1 il 3 ottobre
29 luglio 2020
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SASSARI. «Geloso di Pozzecco? Ma quando mai, nessuna rivalità, io alleno le donne, lui gli uomini... casomai è lui che dovrebbe rosicare». Antonello Restivo, cagliaritano doc, 45 anni, è il nuovo allenatore della Dinamo femminile che debutterà direttamente in serie A1 il 3 ottobre. Un curriculum d’eccezione, il suo. Reduce dall'esperienza nel campionato di serie A2 femminile con la Techfind San Salvatore Selargius, giunta quest'anno a un passo dai playoff, nella stagione 2014-2015 col Cus Cagliari ha ottenuto la storica qualificazione ai playoff scudetto contro le campionesse italiane di Schio.
Restivo allena da 24 anni, uomini e donne, da quando un brutto incidente ha messo la parola fine alla sua carriera nel basket. «Un infortunio a 21 anni, rottura del ginocchio e addio sogni di gloria. All’inizio è stata dura da accettare, poi ho capito che quella è stata la mia sliding door: ho iniziato ad allenare, mi sono appassionato e ho scoperto il mestiere della mia vita... d’altronde non avevo le qualità per diventare un fuoriclasse del parquet... E ora eccomi qua, con le ragazze biancoblù».
Debutto diretto in A1, tanta roba... Emozionato?
«Molto, è un onore essere entrato a far parte della grande famiglia Dinamo. È l’unica società in Italia che può vantare una squadra maschile ai vertici europei, una in carrozzina in serie A1 e ora anche una femminile nel massimo campionato. È un valore aggiunto per tutto il movimento. Ringrazio Sardara per la fiducia, non lo deluderò».
Un uomo che allena le donne. È complicato?
«Ho sempre allenato con grande piacere sia gli uomini che le donne. Poi, è ovvio, ci sono molte differenze. Il basket è uno sport muscolare, terreno ideale per gli uomini che sul parquet esprimono tutta la loro aggressività innata, spesso bisogna frenarli. Le donne invece bisogna spronarle, il bravo coach deve trovare la chiave per farle lavorare nel modo giusto. Il basket donne è meno veloce e meno spettacolare di quello maschile, è ovvio, ma è sempre un bello spettacolo. E poi la pallacanestro rosa sta facendo grandi progressi in Italia, le donne sono grandissime lavoratrici».
A quando un coach donna?
«Nel campionato femminile di serie A solo la Geas Milano ha un coach donna... per il resto zero... zero assistenti e zero assistenti degli assistenti.. Una donna coach nel campionato maschile? Direi che la strada è ancora lunga».
Le donne sono diverse dagli uomini, il Chelsea Women ha deciso di adattare gli allenamenti ai cicli mestruali delle calciatrici per massimizzare le performance e ridurre gli infortuni.
«Mah, non credo sia una buona idea. Quando si gioca a certi livelli è indifferente che siano uomini o donne: bisogna dare il massimo. L’unica differenza è che quando alleno le ragazze prima di entrare negli spogliatoi devo bussare».
Anticipazioni sulla rosa? Chi affiancherà la capitana Cinzia Arioli e la veneziana Giovanna Pertile, arrivata proprio ieri?
«Ci stiamo lavorando. Nei prossimi giorni ufficializzeremo la squadra, ci saranno anche tre straniere. Poi a fine agosto inizieremo la preparazione».
Debutto immediato nella massima serie, qual è l’obiettivo della Dinamo femminile?
«La salvezza, giochiamo in serie A1 e vogliamo restarci. Non sarà semplice, anzi il campionato si preannuncia difficile, il livello della A1 è molto buono. Ma le sfide mi sono sempre piaciute».
Restivo allena da 24 anni, uomini e donne, da quando un brutto incidente ha messo la parola fine alla sua carriera nel basket. «Un infortunio a 21 anni, rottura del ginocchio e addio sogni di gloria. All’inizio è stata dura da accettare, poi ho capito che quella è stata la mia sliding door: ho iniziato ad allenare, mi sono appassionato e ho scoperto il mestiere della mia vita... d’altronde non avevo le qualità per diventare un fuoriclasse del parquet... E ora eccomi qua, con le ragazze biancoblù».
Debutto diretto in A1, tanta roba... Emozionato?
«Molto, è un onore essere entrato a far parte della grande famiglia Dinamo. È l’unica società in Italia che può vantare una squadra maschile ai vertici europei, una in carrozzina in serie A1 e ora anche una femminile nel massimo campionato. È un valore aggiunto per tutto il movimento. Ringrazio Sardara per la fiducia, non lo deluderò».
Un uomo che allena le donne. È complicato?
«Ho sempre allenato con grande piacere sia gli uomini che le donne. Poi, è ovvio, ci sono molte differenze. Il basket è uno sport muscolare, terreno ideale per gli uomini che sul parquet esprimono tutta la loro aggressività innata, spesso bisogna frenarli. Le donne invece bisogna spronarle, il bravo coach deve trovare la chiave per farle lavorare nel modo giusto. Il basket donne è meno veloce e meno spettacolare di quello maschile, è ovvio, ma è sempre un bello spettacolo. E poi la pallacanestro rosa sta facendo grandi progressi in Italia, le donne sono grandissime lavoratrici».
A quando un coach donna?
«Nel campionato femminile di serie A solo la Geas Milano ha un coach donna... per il resto zero... zero assistenti e zero assistenti degli assistenti.. Una donna coach nel campionato maschile? Direi che la strada è ancora lunga».
Le donne sono diverse dagli uomini, il Chelsea Women ha deciso di adattare gli allenamenti ai cicli mestruali delle calciatrici per massimizzare le performance e ridurre gli infortuni.
«Mah, non credo sia una buona idea. Quando si gioca a certi livelli è indifferente che siano uomini o donne: bisogna dare il massimo. L’unica differenza è che quando alleno le ragazze prima di entrare negli spogliatoi devo bussare».
Anticipazioni sulla rosa? Chi affiancherà la capitana Cinzia Arioli e la veneziana Giovanna Pertile, arrivata proprio ieri?
«Ci stiamo lavorando. Nei prossimi giorni ufficializzeremo la squadra, ci saranno anche tre straniere. Poi a fine agosto inizieremo la preparazione».
Debutto immediato nella massima serie, qual è l’obiettivo della Dinamo femminile?
«La salvezza, giochiamo in serie A1 e vogliamo restarci. Non sarà semplice, anzi il campionato si preannuncia difficile, il livello della A1 è molto buono. Ma le sfide mi sono sempre piaciute».