La riforma dello sport
Il Coni dice no a Spadafora
ROMA. Un «no» alla Legge di riforma sullo sport così come è concepita. Altrimenti il Coni è pronto «ad ogni tipo di azione legale». Termina così il documento firmato a larghissima maggioranza dal...
24 settembre 2020
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ROMA. Un «no» alla Legge di riforma sullo sport così come è concepita. Altrimenti il Coni è pronto «ad ogni tipo di azione legale». Termina così il documento firmato a larghissima maggioranza dal Consiglio nazionale riunitosi dopo giorni di lavori aperti sul testo. In 5 pagine, toccati tutti i punti nevralgici che il Coni ritiene vitali per il proprio funzionamento e quello del sistema sportivo italiano. «Rispetto il Coni, non ho ancora letto il documento, ma la riforma non si fermerà», la replica del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. La situazione di stallo non piace nemmeno al Cio, che attraverso una lettera inviata sabato al ministro, ha fatto sapere che auspica «una soluzione comune» da trovare «per la prossima riunione del comitato esecutivo del Cio di inizio ottobre in modo da evitare ogni ulteriore azione». Le richieste del Consiglio nazionale del Coni vanno dalla necessità di raddoppiare il finanziamento annuale per il prossimo triennio (da 410 a 820 milioni circa), con la seconda metà extra da destinare allo sport dilettantistico. Passando per la richiesta di assunzione di 12.000 laureati nello sport, fino all'appello accorato di ridefinire la pianta organica del Coni.