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Giulini sgombra i dubbi: "Fiducia intatta a Di Francesco"

Roberto Muretto
Tommaso Giulini
Tommaso Giulini

Intervista al presidente del Cagliari: "Il 2020 anno orribile ma anche tra le difficoltà abbiamo lavorato per garantirci un futuro tranquillo"

07 gennaio 2021
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C'è chi gli imputa di voler essere l’uomo solo al comando. Tommaso Giulini fa spallucce e tira dritto per la sua strada. Il presidente è un gladiatore che difende con tutte le armi la più amata delle sue proprietà. Ma il Cagliari è un giocattolo costoso che si può rompere, se si fanno scelte poco oculate.

L'anno appena finito è stato difficile, la pandemia ha inciso pesantemente sui bilanci e costretto a ridimensionare i programmi. Il patron rossoblù parla a ruota libera – sempre guardando in faccia la realtà –, di passato, presente e futuro, con una certezza: lui non ha nessuna intenzione di mollare.

Presidente, il 2020 anno orribile.

«Oggettivamente sì, sotto tanti punti di vista, ma non abbiamo mai smesso di guardare avanti e di pensare a costruire».

Come è cambiato il calcio col Covid?

«Il fattore campo non esiste più, ci manca tremendamente la passione della nostra gente, è aumenta l’aleatorietà del risultato dovuta al numero di calciatori positivi in rosa. Rischiamo che andando avanti cosi l’interesse generale possa scemare. Insomma ne verrà fuori in ogni caso un campionato un po’ viziato. Viziato, sì: non mi piace dire falsato».

Il suo club come si tiene in piedi?

«Con grandi sacrifici da parte di tutti, con una gestione oculata dei costi, continuando a programmare adeguatamente per il futuro senza farsi condizionare troppo dalla pandemia».

Deluso dai risultati?

«Sono soprattutto arrabbiato per la recente prestazione contro il Napoli, non mi è piaciuta per niente»

Ha mai avuto la tentazione di dire: vendo?

«Sono in una fase della mia vita in cui compro. Poi arriverà quella del passaggio di consegne ai figli, oppure delle vendite, ma è ancora presto, sono ancora giovane e ho entusiasmo. Mi avrete fra i piedi ancora per qualche anno».

Un calciatore che avrebbe voluto portare al Cagliari ma non è riuscito ad acquistare?

«Rincon, quando ha scelto il Torino. Un giocatore che ci avrebbe fatto molto comodo per caratteristiche e personalità».

Cragno e Nandez sono i gioielli più preziosi?

«Sono giocatori importanti. Il gioiello più prezioso è il Cagliari. In questo momento di difficoltà dobbiamo compattarci e combattere perché la nostra società viene prima di tutto».

Perchè non riuscite a fare il salto di qualità?

«È presto per fare un’analisi completa, abbiamo da poco iniziato un nuovo percorso con Eusebio Di Francesco. Adesso dobbiamo solo pensare a mettere insieme tanti punti e allontanarci dalla zona pericolosa».

In questa stagione state facendo una gran fatica, vuole provare a dare una spiegazione?

«Si sono viste anche cose positive, non è tutto da buttare. Sul momento complicato che stiamo vivendo le motivazioni sono diverse, ma preferisco rimangano al nostro interno e soprattutto che non si cerchino alibi».

Diritti tv, il calcio ha preso la strada giusta?

«Vedremo, l’ingresso di Cvc/Advent non è ancora stato completato. Dipenderà molto dal Ceo che sceglieranno e dalla strategia sul canale di Lega».

Il nuovo stadio entro il 2024 è una possibilità concreta?

«Dipende da quanto verremo supportati dalla pubblica amministrazione e , naturalmente, da eventuali ulteriori ostacoli burocratici che ci auguriamo non si presentino».

Gravina ancora presidente della Figc, è l'uomo giusto?

«Sì, ma deve avere la forza politica di farci riaprire gli stadi al più presto, almeno parzialmente, e di far vaccinare rapidamente i gruppi squadra per finirla con la processione delle centinaia di tamponi a settimana che, oltre che condizionare il campionato, sono costosi e fastidiosi».

Torniamo a concentrarci sul Cagliari: i tifosi sono delusi, provi a confortarli.

«Sono io, il primo tifoso. La squadra deve confortarci con prestazioni convincenti, lottando per la maglia fino all’ultima goccia di sudore, sempre, indipendentemente dal risultato».

Faccia autocritica, ha commesso degli errori?

«Quando si attraversa un momento complicato gli errori sono sempre ripartiti fra le varie componenti del club, c’è raramente un solo colpevole».

La fiducia in Di Francesco è intatta?

«E' aumentata per come sta affrontando il primo periodo negativo da quando è qui. Sono felice di lavorare con lui».

Presidente, oltre a Radja Nainggolan il mercato porterà qualche altro regalo?

«Il regalo è Radja. Le prossime saranno scelte funzionali».

Tranquillizzi i tifosi, i big restano tutti?

«Indubbiamente. Il nostro mercato è condizionato dal recente grave infortunio di Rog, assenza pesantissima».

Una volta lei disse che il suo entusiasmo per il calcio stava scemando, è ancora di questa opinione?

«Fare calcio durante il Covid è molto più complicato che fare industria. Questo governo non si rende minimamente conto dei danni che sta subendo l’industria calcio e che non ci sono Paperoni sempre pronti a ripianare tutti i deficit del sistema. Sicuramente questo non aumenta il mio entusiasmo».

Chiuda gli occhi e dica qual è il sogno da concretizzare da presidente del Cagliari.

«Il virus ci ha insegnato ad adattarci alle varie emergenze e a ragionare molto sul breve termine. Quindi, il sogno oggi è semplicemente quello di competere in questo strano campionato costruendo un gruppo di lavoro solido, con un forte senso di appartenenza che condivida i nostri valori di integrità, ambizione e perseveranza».

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