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Piotr Branicki il gigante bomber stregato dall’isola

di Matteo Cabras
Piotr Branicki il gigante bomber stregato dall’isola

Dalla Polonia con amore, è stato anche muratore. Arzachena, Bari Sardo e ora... il mercato è aperto

25 gennaio 2021
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CAGLIARI. Storie di pallone. Gesta di uomini che, oltre a essere protagonisti nel rettangolo verde, hanno una vita da raccontare. Impegno, sacrificio, fatica, perseveranza. Sono questi i pilastri su cui Piotr Branicki ha edificato la sua bella carriera. Il gigante di Varsavia, oggi trentottenne, è un bomber amato e conosciuto. In Italia come in Polonia, suo paese d’origine, non si contano coloro che nutrono grande stima in uno sportivo che si è fatto tanto apprezzare anche nella nostra isola. «Tra il 2014 e il 2017 ho giocato tre splendide stagioni con la maglia dell’Arzachena. È stata un’esperienza memorabile. Sono ancora oggi legatissimo alla Sardegna. Un amore vero e incondizionato che mi ha portato a scegliere di tornare da voi anche la scorsa estate per seguire il progetto del Bari Sardo in Prima categoria, con il mio amico mister De Carlo. Sono rimasto in Ogliastra due mesi. Ho conosciuto persone splendide, primo fra tutti il direttore sportivo Claudio Savoca. Complice l'emergenza sanitaria, ho deciso di svincolarmi durante la finestra invernale per poter riprendere a giocare il prima possibile».

Branicki è tornato nella sua Polonia dove ora attende con ansia la ripresa della stagione agonistica. «Nel mio paese, a prescindere dal Covid, il campionato si ferma nei mesi invernali. A marzo, se tutto va bene, si tornerà in campo». Il bomber, tuttavia, sogna di poter tornare nell’isola. «Nelle scorse settimane ci sono state trattative con l’Arzachena, ma non si è fatto nulla. Anche la Tharros del mio amico fraterno Andrea Sanna si è fatta avanti. Chissà... il mercato invernale non è ancora chiuso».

L’Italia rappresenta un richiamo costante per il talento di Varsavia che ha conosciuto il Belpaese a diciotto anni quando, per smaltire un brutto schiaffo della sua vita calcistica, ha scelto di lasciare la sua città per raggiungere Napoli dove già da tempo viveva la madre separata dal padre. «In Polonia ero una giovane promessa della serie C. Al momento del grande salto nella massima serie, il mio presidente si è messo di traverso ed ha chiesto troppi soldi per la mia cessione. L’affare è saltato e, dopo aver assaggiato per una settimana il calcio vero, sono tornato nel mio mondo e ho deciso di cambiare totalmente aria». Accompagnato dall'inseparabile Agata («Il mio punto di forza. Stiamo insieme da vent'anni, ma non abbiamo mai avuto il tempo di sposarci»), Branicki ha varcato la frontiera e subito ha assaggiato il tackle velenoso della burocrazia tricolore. «Ho dovuto aspettare due lunghi anni per avere il permesso di soggiorno e poter dimostrare le mie qualità in campo. Nel frattempo, pur di mantenermi, ho sudato tanto facendo il muratore. Poi il mio percorso calcistico ha preso finalmente quota».

Dagli esordi con il Baiano, Branicki ha fatto tanta strada vestendo negli anni molte maglie di gloriose società che hanno sempre apprezzato le sue doti caratteriali. «Mi piace faticare. Ho la forza e le motivazioni dei giorni migliori. Ibrahimovic insegna: l'anagrafe non conta». Pietro, così ama farsi chiamare per via della sua seconda patria pallonara, vuole continuare a stupire. Il ragazzo cresciuto imitando le gesta del proprio idolo Roberto Baggio vuole stare ancora in prima linea. C’è ancora tempo per appendere le scarpette bullonate al chiodo.

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