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Alessio Cragno: «Cagliari è casa mia, ormai sono sardo»

di Roberto Muretto
Alessio Cragno: «Cagliari è casa mia, ormai sono sardo»

Il portierone rossoblù si sente uno dei Mori: «Mi avete adottato». E non vede l’ora di ripartire: «Sarà un campionato spettacolare»

26 luglio 2021
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INVIATO A PEIO. Ormai si può considerare uno dei Quattro Mori. Alessio Cragno ha la Sardegna nel cuore. Il portiere del Cagliari, smaltita la delusione per non aver fatto parte della spedizione azzurra salita sul trono d'Europa, è ripartito con nuovo entusiasmo. La notizia che diventerà papà per la seconda volta (sarà ancora una bambina), gli sta dando un'ulteriore carica. «Se ci penso - spiega - ormai mi sento abbastanza sardo. Ho un legame forte con questa terra. Mia moglie è di Cagliari, mia figlia Benedetta è nata a Cagliari e l'altra bambina che aspettiamo nascerà in Sardegna. A questo punto credo di potermi permettere di dire che mi sento un sardo di adozione».

Dopo una stagione vissuta con l'acqua a tratti oltre la gola, si è respitata a pieni polmoni voglia di riscatto nel ritiro di Peio. Alessio ha un motivo in più per puntare a una super stagione. «Se negassi che mi è dispiaciuto non essere stato convocato da Mancini, direi una bugia - ammette candidamente -. A settembre ci sarà una nuova convocazione, farò di tutto per meritarmi la chiamata». Sul Cagliari le idee sono chiarissime. «Quello che abbiamo vissuto l’anno scorso ha contribuito a rendere il gruppo più forte e ci aiuterà moltissimo in futuro. Speriamo di fare il tanto auspicato salto di qualità di cui si parla ormai da qualche anno. Il nostro obiettivo, oltre a conquistare una tranquilla salvezza, dovrà essere divertire e far divertire, senza ansie di classifica. Naturalmente restando sempre razionali e senza perdere di vista la realtà».

In un campionato nel quale sono tornati allenatori come Mourinho, Sarri, Spalletti, Allegri, ci sono grandi aspettative. Che novità porteranno? «Stiamo parlando di allenatori di assoluto livello internazionale - sottolinea il portiere del Cagliari -. Nellaloro carriera hanno vinto tanto e questo non può che fare bene alla Serie A. Sono sicuro che alzeranno il livello, vedremo cose nuone sotto l’aspetto tattico, saranno motivo di crescita per tutto il calcio italiano. Hanno idee, personalità e carisma. Uomini che sanno quello che vogliono.Mi incuriosice tanto il ritorno di Mourinho, con lui non ci si annoia mai. A me sta simpatico».

La Juventus torna ad essere la favorita? Cragno la pensa così: «Sarà una delle favorite, non la sola però. Non c'è dubbio che ha grande voglia di rivincita dopo il quarto posto dello scorso torneo. Però bisogna ricordarsi che è l'Inter campione d'Italia, quindi sarà la squadra da battere. Quando hai lo scudetto sulla maglia raddoppi la forze. Secondo me anche Napoli, Lazio, Milan e Atalanta si aggiungono alla lista delle pretendenti per il titolo e la Roma può essere una gran bella sorpresa. Mourinho è sempre un valore aggiunto. I tifosi avrano modo di divertirsi non ci saranno partite scontate. Speriamo che gli stadi vengano riaperti, al più presto».

Simone Inzaghi all'Inter da molti è considerata una scommessa. Saprà convincere gli scettici? «Allenare dopo Antonio Conte non è mai facile - risponde Cragno -. L'Inter non vinceva da tanti anni e lui c'è riuscito alla grande. Inzaghi è bravo,alla Lazio ha fatto un gran bel lavoro, cercherà di portare le sue idee in un ambiente per lui completamente nuovo.È sotto esame? Non lo so e non ho titolo per dirlo. Per me è un tecnico di grande livello e lo ha dimostrato».

Il Cagliari è un bel gruppo. Una squadra da completare ma con grande armonia all'interno dello spogliatoio. Alessio spiega cosa significa fare gruppo: «Stare bene insieme anche fuori dal campo, avere il piacere di confrontarsi. Non è solo aiutarsi durante le partite e nei momenti difficili, ma avere stima reciproca. Poi è normale legare più con uno che con un altro ma vi assicuro che qui siamo tutti in sintonia. I presupposti per toglierci delle belle soddisfazioni si stanno creando».

A 27 anni il portiere rossoblù è nel pieno della maturità. Quando è cominciata l'estate la sua partenza veniva data quasi per scontata, ma forse non è arrivata l'offerta giusta. Riparte dal Cagliari con l'entusiasmo del primo giorno. «Nello sport non si finisce mai di imparare - aggiunge -, posso ancora crescere per esempio nella gestione di alcuni momenti della partita. Il mister vuole che anche il potiere partecipi alla costruzione dal basso dell'azione, io sono pronto. Una cosa è sicura: quello che abbiamo vissuto la scorsa stagione ci ha reso più forti, ma soprattutto ci ha insegnato che per vincere le partite non devi deconcentrarti nemmeno per un secondo. Lo spirito visto negli ultimi due mesi sarà quello che dovremo mettere sul campo sempre».

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