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Salvino Tortu: «Gallura pazza per il derby farò uno sprint per esserci»

di Andrea Sini
Salvino Tortu: «Gallura pazza per il derby farò uno sprint per esserci»

Promozione, la sfida di sabato tra Calangianus e Tempio vista dal papà e allenatore di Filippo Tortu: «Una gara unica che porta con sé tanta tensione ma il divertimento è assicurato»

16 marzo 2022
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SASSARI. «Penso che sabato prenderò un aereo apposta per venire a Calangianus a vedere il derby. Non sarebbe neanche lontanamente la più grande pazzia che ho mai fatto in vita mia per il Tempio». Ai piedi del Limbara in questi giorni l’argomento più gettonato è la sfida in programma al Signora Chiara, ma la grande attesa per il big match del campionato di Promozione ha già travolto un tifoso doc dei Galletti che vive lontano dalla Sardegna da tre decenni.

Salvino Tortu varca come ogni mattina il cancello dell’Arena Brera di Milano per allenare suo figlio Filippo, campione olimpico a Tokyo nella staffetta 4x100. Ok l’atletica, ma almeno sino a domenica nei suoi pensieri ci sarà soltanto una cosa. «Non è una settimana come le altre, non può esserlo – racconta Tortu senior, nato a Sassari nel 1959 ma tempiese doc –. Il derby tra Tempio e Calangianus è qualcosa che mi coinvolge profondamente, perché ho vissuto di persona tantissime delle sfide passate e questo confronto mi riporta alla mente episodi e aneddoti favolosi di tanto tempo fa. Senza contare i racconti sentiti da mio padre e da altri anziani. Il calcio non è più quello di una volta, ma oggi pensare che queste due squadre si affronteranno mentre sono prime in classifica a pari punti mi emoziona. Chi se ne importa se è soltanto il campionato di Promozione».

Una tempesta perfetta, insomma. Quali sono i ricordi più nitidi di questa sfida tra due centri importanti della Gallura, che distano tra loro meno di 10 chilometri? Salvino Tortu apre l’album e diventa un fiume in piena. «Innanzitutto si passava da situazioni tesissime, anche pericolose, a scene assolutamente grottesche e comiche. Per dieci giorni, letteralmente, era meglio che tra tempiesi e calangianesi neppure ci si incontrasse per strada, amicizie e rapporti di parentela venivano sospesi. Ho assistito a qualche scazzottata, ma in generale sono molti di più gli episodi divertenti, con sfottò in dialetto e prese in giro feroci».

La rivalità tra le due squadre è di vecchissima data. «Da noi si racconta che negli anni dopo la guerra, dopo una vittoria esterna nel derby, i tempiesi puntarono contro Calangianus i fari della contraerea che si trovavano ancora vicino al campo, illuminando il paese a giorno per una settimana. Si parla anche di una statua girata al contrario per ripicca. Un’altra volta, proprio negli anni della guerra, un’amichevole terminò con una rissa gigantesca, in cui un ufficiale dell’esercito perse la sciabola che brandiva e prese anche qualche ceffone».

I tempi per fortuna sono cambiati, ma a perdere comunque non ci sta nessuno. A maggior ragione se si considera il peso specifico di questa gara. «Storicamente il Calangianus ha venduto cara la pelle e ci ha concesso pochissimo – conferma Tortu –. L’ultimo grande Tempio, quello che vinse la D nel 2006-’07, in quella stagione riuscì a battere tutte le squadre tranne il Como e il Calangiuanus, con cui arrivarono due pareggi. Quell’anno, abitando vicino a Milano, presi parte a tutte le trasferte del Tempio nel nord Italia: c’ero anche a Caravaggio, insieme a tanti amici tempiesi, il giorno in cui battemmo per 4-0 l’Uso Calcio ipotecando la promozione in serie C2. Sento che anche questo è un appuntamento imperdibile, farò di tutto per esserci».

L’atletica e Filippo, almeno sino a questo weekend possono attendere.

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