La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Cagliari
La mia serie B

Storari, le mani sulla serie A

Storari, le mani sulla serie A

Portiere salvezza nel 2008 ritornò nel 2015 per la risalita: «Cagliari fortissimo, capimmo subito di potercela fare»

10 agosto 2022
4 MINUTI DI LETTURA





Cagliari Marco Storari entra di diritto nel novero dei portieri più forti che hanno difeso la porta del Cagliari. Come Colombo, Reginato o il grandissimo Albertosi, e ancora Marchetti e Cragno, che vestendo la maglia rossoblù sono arrivati alla nazionale. Nel Cagliari Storari, ora nello staff tecnico della Juventus, ha giocato in due occasioni. Prima nel 2008 quando arrivò in rossoblù dopo un girone d’andata disastroso. Nel girone di ritorno il miracolo di una salvezza insperata.

Poi il bis nel 2015, dopo la rovinosa retrocessione nella prima stagione della gestione Giulini. «Diciamo subito – ricorda Storari – che in entrambe le occasioni mi diedero del pazzo per aver accettato di giocare a Cagliari. Ma la salvezza del 2008 e la promozione del 2016 sono due fiori all’occhiello della mia carriera. Sapevo che in entrambe le occasioni avrei giocato da titolare e dunque non mi sono tirato indietro».

Se nel 2008 la scelta poteva in qualche modo essere comprensibile, quella di scendere in B nel 2015 invece fu una vera scommessa. «Eh sì – conferma lui –. Perché ero alla Juve. Si, riserva, ma pur sempre nella squadra più titolata d’Italia e con una bacheca ricca di trofei. Decisi di venire in Sardegna dopo aver parlato con il presidente Giulini. Lui, dopo la retrocessione era molto carico. Negli occhi gli si leggeva la voglia di rivincita, di far tornare subito la squadra in A. Il progetto era interessante e, così, alla fine, feci il gran passo: tornare a Cagliari per provare a vincere il campionato di serie B».

Una decisione che tuttora si porta dietro effetti positivi. «Mi capita spesso di incontrare sardi. Nel nord ce ne sono tantissimi, e ogni volta è una festa. Mi salutano, mi abbracciano, mi ringraziano per quello che ho fatto difendendo la porta rossoblù. Sono cose che valgono tanto per uno come me. Una riconoscenza che davvero è impagabile».

Allenatore Massimo Rastelli, quasi un esordiente... «Un tecnico vincente – rimarca Storari –. Aveva già dimostrato di essere preparato e nel Cagliari riuscì a guidare nel migliore dei modi un’autentica corazzata, amalgamando bene giocatori molto forti e formando un gruppo che ha creduto nella promozione sin da subito».

Marco Storari non ha dubbi nell’indicare il momento in cui si è capito che quel Cagliari avrebbe tagliato il traguardo della promozione. «Lo capimmo dall’inizio – sottolinea – dal ritiro di Pejo. Fu lì che riuscimmo a cementare il gruppo, e a vedere che le potenzialità erano davvero eccezionali».

Una squadra straordinaria, dove Storari fece un po’ da chioccia. 41 partite giocate su 42 del campionato. Il più presente, e spesso decisivo nelle partite scottanti.

«Che dire? Avevo tanta voglia di giocare – ricorda l’ex portiere del Cagliari –. Alla Juve avevo davanti Buffon, mentre a Cagliari all’inizio a spronarmi c’era la concorrenza di Cragno, che già da giovane aveva mostrato dei numeri importanti. Ero anche uno degli anziani, uno dei più esperti dunque. Esperienza che misi a disposizione dei compagni».

Una formazione fortissima. Basti ricordare che lì davanti c’erano Joao Pedro, Marco Sau, Federico Melchiorri, Diego Farias. Un potenziale pazzesco. «Si, come ho detto – ricorda Storari –, si trattava di un’autentica corazzata. Penso che avremmo potuto conquistare la promozione già prima della terz’ultima giornata di campionato. Ma anche se hai a disposizione una formazione fortissima, una cosa è quello che hai sulla carta e un’altra è dimostrare il proprio valore sul campo. Ci fu il Crotone che a lungo ci contese il primo posto, ma alla fine, con la vittoria di Vercelli ci prendemmo la soddisfazione anche di chiudere al primo posto».

Un risultato che il Cagliari nelle precedenti 5 promozioni non era mai riuscito a raggiungere. «A conferma – aggiunge Storari – della forza che aveva quel gruppo straordinario, fatto di giocatori di grande spessore. La conferma arrivò nella stagione successiva in A, quando riuscimmo ad arrivare all’11à posto, piazzamento di assoluto valore per una matricola».

Una delle caratteristiche della squadra di Rastelli era di riuscire a recuperare spesso risultati in extremis, come successe a Modena. «Eh sì, a tempo scaduto, lì, stavamo perdendo 1-0, invece con Farias e Sau riuscimmo a ribaltare il risultato e a vincere. Era così quel Cagliari. Credeva fortemente nelle proprie qualità e non mollava mai. Ma questo va sempre fatto, lo ripeto ai giovani della Juve: sin che c’è partita, c’è speranza...» (6 fine)
 

Video

Raggiunto l'accordo per la Giunta, Alessandra Todde: «I nomi degli assessori subito dopo Pasqua»

Le nostre iniziative