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Datome lancia l'allarme: «Attenta Milano la Dinamo è pericolosa»

di Antonello Palmas
Datome lancia l'allarme: «Attenta Milano la Dinamo è pericolosa»

L’olbiese dell’Olimpia e la gara1 di semifinale scudetto «Bel cammino di Sassari, ma anche noi arriviamo in forma»

24 maggio 2023
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Milano Ancora la Dinamo in semifinale dei playoff scudetto di basket contro Milano, ancora Sassari sulla strada di Gigi Datome, ala piccola dei campioni d’Italia e della Nazionale. E da sabato con gara1 saranno subito scintille.

La sorprende oppure aveva già programmato un giro in gondola?

«No, sapevo che poteva essere possibilissimo, anche perché storicamente la sfida quarta-quinta è sempre la più incerta, e poi perché anche Sassari si presentava in buone condizioni ai quarti. Bravi a vincere nettamente lì e poi a continuare a dettare il ritmo in casa».

L’avrebbe mai detto dopo quel match di Sassari dominato da voi in maniera imbarazzante all’andata?

«Una stagione è molto lunga, ci sono momenti di picco e di depressione per tutti, ma l'importante è superarli e arrivare al momento più importante nella migliore versione di se stessi. Sassari dopo quella brutta botta ha fatto un ottimo cammino, credo che sia in uno dei migliori momenti».

Da olbiese e da sardo è un appuntamento speciale?

«È bellissimo, anche perché tanti possono venire a vedermi con un'oretta di macchina. La speranza è che finisca come lo scorso anno, ovviamente, ma questa è un'altra stagione, le due squadre sono diverse. Tutta l’attenzione in questo momento è solo su gara1 e su come affrontare una squadra molto pericolosa come Sassari».

Come ci arrivate?

«Credo bene, abbiamo avuto delle settimane lunghe di palestra che per noi causa gli impegni di Eurolega sono rare e quanto ci abbia fatto bene si è visto nelle tre bellissime vittorie con Pesaro. Il cruccio di tutta la stagione è un po’ il saliscendi che ci caratterizza, vedi gara3 dei quarti che abbiamo perso non giocando all'altezza. Se non lo fai puoi gare con chiunque, quindi bisogna essere belli tesi, compatti e concentrati. E stiamo recuperando la forma migliore di alcuni elementi fuori ritmo per vecchi infortuni».

La nascita di sua figlia Gaia ha condizionato la sua vita sportiva?

«No, perché mia moglie Chiara, ex giocatrice, sa quanto è importante il riposo e quindi posso dormire le mie ore. Ma se prima il fulcro della mia vita ero io, adesso è lei e, come tutte le cose più belle, è molto impegnativa. A lei diamo tutto il nostro impegno con grande gioia».

Sempre nuove iniziative, L'impressione è che da qualche tempo il basket le stia un po’ stretto.

«Il basket è bellissimo, ma mi piace spaziare e se pensassi unicamente a quello mi sentirei una persona molto limitata. Mi piace seguire le vibrazioni e quello che mi va di fare, ed effettivamente è una cosa a cui do più attenzioni adesso».

Ad aprile è uscito il suo ultimo libro “Il gigante del campetto”.

«Sì, è un libro a fumetti per ragazzi, un progetto in cui i ha coinvolto l’editrice «Il battello a vapore”, i disegni sono di un sardo Danilo Loizedda, dentro ci sono i valori in cui credo, ovvero che il basket può essere un bel mezzo per cercare di risolvere quelli che da noi adulti sono visti come problemucci, ma che per i giovanissimi (8-12 anni, è il target cui è diretto, un’età molto delicata) sono problemoni. È un ottima strada per aiutarsi a superare le incertezze, realizzarsi, fare amicizia e c'è anche l'invito andare in libreria perché non si vive di solo sport ma credo tanto nel potere di libri di aprire le menti e far conoscere il mondo. Gli editori sono contenti, i dati di vendita sono positivi».

E poi non disdegna puntate nel mondo del rock...

«La mia partecipazione alla chitarra in un brano del concerto di Patti Smith al Castello Sforzesco? Aver avuto a che fare con Patti a cena, poterci chiacchierare e suonare sul palco (solo “People have the power”, che è facile, per evitare che facessi troppi danni...) dimostra la sua essenza di antidiva. Mi ha regalato una giornata indimenticabile»

Le iniziative sociali?

«Con il progetto #GGG insieme a Tamberi e Paltrinieri abbiamo fatto un evento nel 2019 (devoluti 22mila euro all’ospedale pediatrico Bambin Gesù, ndc) poi abbiamo subito un rallentamento sia per il covid che per la difficoltà nell’incrociare i rispettivi calendari, ma in futuro faremo qualcosa sicuramente. Sono comunque sempre attento a ciò che succede intorno a me, magari in maniera privata».

Le ha fatto piacere vedere il suo ex compagno “Chacho” Rodriguez decisivo in Eurolega col Real nella finale vinta con l’Olimpiacos?

«Sì, ed è stata davvero una cosa emozionante. È la dimostrazione che i campioni non hanno età. Lui è tornato a “casa” quest'anno e vederlo dominare a quei livelli e stata un'emozione grande per me perché immagino la sua felicità. Questo successo se lo merita tutto».



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