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Domenico Magliona, portiere infinito. A 49 anni ancora in campo

di Argentino Tellini

	Domenico Magliona, 49 anni
Domenico Magliona, 49 anni

Difende la porta del Sennori: pronto a giocare ancora

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Sassari Domenico Magliona, 49 anni, è un portiere che non smette di stupire. Nel campionato di Promozione, col suo Sennori, città dove vive ed è nato, compie miracoli ogni domenica ed ha ancora il vizietto di parare i rigori decisivi, come quello contro il Santa Giusta. Magliona, sposato con una figlia, operaio turnista in una cartiera, è uno degli uomini simbolo del calcio dilettantistico sardo.

Quando ha intenzione di smettere.

«La mia prima risposta sarebbe "mai". Ma è chiaro che questo giorno prima o poi arriverà. Però sino a quando sentirò di essere utile alla causa continuerò a difendere i legni della porta».

Contro la Lanteri dopo un suo doppio intervento il pubblico si è alzato in piedi e le ha tributato un'ovazione

«Ho trattenuto a stento le lacrime e mi sono commosso. Questi sono attimi impagabili, che danno un senso ai tanti sacrifici compiuti. Soprattutto per allenarti, visto il mio lavoro di operaio e la famiglia da seguire».

Quando ha iniziato a giocare?

«A 17 anni ho esordito in Seconda Categoria col Sennori, ma già a 15 anni ho cominciato ad allenarmi con la prima squadra. In pratica non ho fatto settore giovanile. Dopo Sennori tante altre squadre. In Eccellenza e Promozione. Tra le quali il Latte Dolce e il Fertilia. Sempre impegnandomi al massimo. Da 6 anni il ritorno a Sennori e il doppio salto dalla Seconda alla Promozione. Una bella soddisfazione».

A quale portiere si ispira?

«Buffon, il migliore. Un estremo difensore senza fronzoli. Agile e con grande senso del piazzamento. Per non parlare del suo carisma e personalità».

Quale sua parata ricorda maggiormente?

«Ultimamente quella di Fonni, in controtempo. Ma in realtà la migliore parata è sempre l'ultima. E ancora più bella quella che verrà».

Tra i suoi allenatori chi ricorda?

«Tutti. E da tutti ho appreso qualcosa. Dagli inizi quindi da Vannuccio Gaspa a Paoletto Cherchi. Da Antonio Usai a Pierluigi Scotto. Allo stesso Roberto Sanna, quando giocavo a Fertilia. Via via gli altri. Sino all'attuale Massimiliano Nieddu».

Anche a Sennori lei continua ad essere un leader dello spogliatoio

«Io cerco di trasmettere quello che so ai miei compagni. Sono di poche parole, ma le peso. E soprattutto cerco di dare l'esempio. Che è a mio avviso la cosa più importante per meritare il rispetto e la leadership».

Dove può arrivare il suo Sennori?

«Il campionato di Promozione, specie in questa stagione, è molto difficile. Ci sono squadre agguerrite che hanno speso molto. Il nostro obbiettivo quindi è una salvezza tranquilla, da ottenere il prima possibile, senza montarci la testa dopo una bella vittoria». Argentino Tellini

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