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Cristian Zara dopo il titolo europeo sogna quello mondiale

di Gianna Zazzara
Cristian Zara dopo il titolo europeo sogna quello mondiale

Il pugile sassarese è il re dei pesi Gallo. «Ho festeggiato come festeggiano tutti i boxeur dopo un incontro, ho mangiato e bevuto, ho già preso 5 chili»

09 dicembre 2023
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Sassari Si parte dall’ultimo atto. Arena di Calangianus, venerdì sera, in palio c’è il titolo europeo Silver dei pesi Gallo. Sul ring il sassarese Cristian Zara, 26 anni, contro lo spagnolo Sebastian Perez. Dodici riprese combattutissime, una sfilza di colpi impressionanti. Alla fine vince Zara. Un sogno diventato realtà.

Complimenti, torna a Sassari con la cintura europea, quanto ha sognato questo momento?

«Lo sognavo, lo volevo e l’ho avuto. Da quando sono sceso dal ring, venerdì sera, non sono ancora riuscito a chiudere occhio».

Ha festeggiato e con chi?

«Ho festeggiato come fanno tutti i boxeur dopo un incontro, ho mangiato e bevuto, ho già preso cinque chili (venerdì mattina ne pesava 52,70 per un metro e 70). Dopo mesi di sacrifici (e di controllo del peso) non vedevo l’ora di rilassarmi. Con chi? Con mia moglie e la mia piccola Serena, che sono venute a Calangianus per sostenermi, e con tutto il mio team: Claudio Iannarelli , Maurizio Muretti, Angelo Tarantini e Fabio Albieri. Vorrei ringraziare pubblicamente anche tutti gli amici che tra ieri e oggi mi hanno riempito di messaggi».

Era sicuro di farcela?

«Sono salito sul ring tranquillo, consapevole delle mie possibilità. Il mio avversario era degno del titolo e per questo sono ancora più orgoglioso».

La sua vittoria è stata costruita tutta a Sassari.

«Adesso mi alleno alla Nord Ovest Academy, faccio parte della Boxe Torres di Maurizio Muretti».

È grazie al papà di Maurizio, il maestro Mario Muretti, che ha indossato per la prima volta i guantoni.

«Avevo 12 anni ed ero sovrappeso: più di 70 chili, troppi per un bambino. Così mia mamma mi ha portato al palazzetto per fare uno sport, uno qualsiasi. Mi sono innamorato subito del pugilato e la mia vita è cambiata».

Ora ha un fisico perfetto, costruito grazie a dieta e allenamento.

«Per fortuna mia moglie è vegetariana e mi aiuta a tavola. Gli allenamenti sono tosti, almeno due sessioni al giorno e col lavoro è complicato».

Quando si è reso conto di voler fare della boxe un mestiere?

« A 13 anni, quando ho fatto il mio primo incontro, mi piaceva la gente che mi incitava. Il mio rammarico è che non si possa vivere solo di boxe. I premi in denaro sono molto bassi, riusciamo ad andare avanti solo grazie agli sponsor. Per vivere lavoro in un’azienda che si occupa di igiene urbana».

Quando pensiamo al pugilato ci vengono in mente corpi massicci, zigomi gonfi e sopracciglia scheggiate.

«La categoria dei Gallo non deve superare i 53, 52 chilogrammi, quindi non ho un corpo massiccio ma tonico, costruito muscolo su muscolo. E il sopracciglio può capitare. Ma il pugilato non è quello sport violento che tutti pensano, è fatto di rispetto e regole, fuori e dentro il quadrato. La guerra non è certo sul ring».

Prossimi obiettivi.

«Innanzitutto la difesa del titolo, qui a Sassari, sarebbe un altro sogno che si realizza. E poi un cambio di categoria. Nei Supermosca, avendo già vinto la cintura europea, sarei tra i primi 20 al mondo e potrei fare una semifinale mondiale. Ci stiamo lavorando».

Come sta la boxe sarda?

«Molto bene direi. Matteo Lecca è campione italiano dei Supergallo e Patrick Cappai sabato prossimo, a Cagliari, salirà sul ring per i Mondiali Youth. E poi ci sono tanti giovani che si stanno facendo strada».

Il 2023 in una parola.

«Fantastico. Quest’anno ho vinto il titolo italiano e la cintura europea. Non avrei potuto chiedere di più».

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