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Bruno Giordano: «Napoli e Inter sono favorite ma attenti a Milan e Juventus»

di Roberto Muretto
Bruno Giordano: «Napoli e Inter sono favorite ma attenti a Milan e Juventus»

L’ex bomber di Lazio e Napoli a ruota libera su campionato e Nazionale

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Sassari Schietto, le sue sono analisi senza fronzoli. Bruno Giordano, ex bomber di Lazio e Napoli, oltre che della Nazionale, segue il calcio da commentatore sportivo e in questa intervista ne parla a 360 gradi, affrontando vari temi.

Bello un campionato così equilibrato?

«Rispetto agli altri anni la lotta scudetto vede coinvolte anche Juventus e Milan, e forse anche la Roma. Tre squadre che si sono rinforzate. Per me Napoli e Inter continuano ad essere favorite. Nonostante ciò che pensa Antonio Conte, è normale che gli azzurri, essendo campioni d’Italia, sono la formazione da battere ma hanno una Champions da giocare e questo ruba energie, sia mentali che fisiche».

Massimiliano Allegri ha trasformato il Milan?

«Lui è un allenatore che lavora molto sulla fase difensiva, anche se in Italia sembra un disonore se prendi pochi gol. Rido quando sento parlare di calcio spettacolo».

Perché?

«Perché il calcio è spettacolo sia quando difendi che quando attacchi. L’importante è fare bene le due fasi. Allegri è bravissimo, quest'anno è più motivato ed ha giocatori che hanno alzato il livello qualitativo dei rossoneri. Lo spettacolo lo fai solo attraverso i calciatori».

Il Napoli può subire un contraccolpo psicologico dopo la sconfitta di Milano?

«No, perché ha incontrato un avversario forte. Ho visto la partita, nel primo tempo Milan straripante e poi prestazione da squadra nel difendere il risultato. Mentre il Napoli ha avuto il demerito di non riuscire a recuperare con l’uomo in più. Gli è mancata qualità nell’ultimo passaggio».

L’ Inter è stata data per morta troppo in fretta?

«In Italia non perdiamo il vezzo di giudicare subito. Una settimana una squadra è fenomenale, quella dopo no. Dare sentenze dopo cinque giornate è assurdo e poco credibile».

Un esempio?

«Ne faccio due. Vlahovic è stato dato quasi per finito, così come Lorenzo Pellegrini. Adesso sono straordinari. Serve equilibrio nel giudicare e in Italia un po’ manca».

Il brutto infortunio capitato a Belotti è una mazzata per un giocatore che sembrava rigenerato?

«Sono dispiaciuto perché è un ragazzo positivo, pulito, che nella sua carriera ha pensato a giocare e non è mai andato dietro ad altre situazioni. La doppietta di Lecce lo aveva rilanciato. Un brutto colpo per lui e per il Cagliari. Si era messo a disposizione e forse aveva trovato l’ambiente giusto per tornare ad alto livello».

A proposito di Cagliari, in tanti hanno detto che affidare la panchina a Pisacane è stato un azzardo.

«Azzardo? Ma per favore. Giusto lanciare tecnici giovani. Pisacane ha fatto molto bene nel settore giovanile rossoblù. Non penso che il presidente Giulini e il ds Angelozzi siano dei pazzi. E le prime giornate hanno detto che il Cagliari è una squadra che esprime ottimi concetti di calcio».

È vero che chi non ha le Coppe è avvantaggiato?

«Un po’ sì. Faccio un esempio: se il Milan giocasse la Champions, Modric bisognerebbe dosarlo, invece con una partita a settimana, Allegri può sempre farlo partire titolare. Diciamo che ti dà la possibilità di lavorare meglio. Il Napoli della scorsa stagione è un esempio calzante».

Parliamo degli arbitri, quanti errori!

«Troppa confusione. Le regole vengono stravolte ogni due-tre mesi. Il fallo di mano in area di rigore è ormai soggettivo. In due diverse partite, stessa dinamica, in una è rigore, nell'altro no. Ci vogliono regole chiare e non da interpretare, altrimenti il rischio è quello di perdere credibilità».

Ritorno amaro in Italia per Pioli, finora.

«Anche qui, piano con i giudizi. Stefano è un buon allenatore, non ha ancora trovato la quadra giusta. La Fiorentina si riprenderà , secondo me è tra le prime cinque-sei squadre».

Primo gol in serie A per il “baby” Camarda.

«Un ragazzo interessante che non gioca solo nei sedici metri ma è sempre nel vivo dell’azione. Deve fare le sue esperienze, errori e su quelli lavorare per migliorarsi».

Rino Gattuso l’uomo giusto per la Nazionale?

«Sa stimolare molto bene i giocatori, ma mi piace anche a livello tattico. Molti pensano che da tecnico sia come era calciatore, non è così. In Italia rispetto al passato c’è meno scelta, i tanti stranieri tolgono spazio ai nostri giocatori».

Per andare al Mondiale bisognerà passare per le sabbie mobili dei playoff?

«Purtroppo è probabile. Dobbiamo sperare in un inciampo della Norvegia ed essere bravi a sfruttarlo».

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