Giovanni Galeone, la Sardegna era la sua seconda casa
L’ex allenatore, negli ultimi 30 anni, ha trascorso le vacanze a Stintino nella sua villa di Capo Falcone
Stintino Amava la Sardegna Giovanni Galeone. La considerava la sua seconda patria. Cittadina scelta Stintino, in cui passava le vacanze da oltre 30 anni, nella sua villa di Capo Falcone, insieme alla sua amata moglie Anna Maria. Numerose le tappe nel territorio, soprattutto Porto Torres. Ma dappertutto in Sardegna il noto allenatore scomparso a 84 anni il 2 novembre all'ospedale di Udine, aveva degli amici. L'ex tecnico di Pescara, Udinese e Perugia (tra le altre) adorava stare in compagnia, a tavola, con i suoi amici sardi. Ne apprezzava la riservatezza e il carattere schietto. E dai sardi veniva ricambiato. Per la sua sincerità, umorismo e cultura, davvero notevoli.
«Innovatore nel calcio, profondamente radicato ai valori nella vita. Questo era Galeone - dice di lui Martino Cugusi, stintinese, custode a Capo Falcone e grande amico del tecnico -. Uomo di compagnia, amava il Torbato di Santa Maria la Palma e andare a pescare. Era anche scaramantico. Un giorno mi vide prima di andare a pesca e non prese nulla. Da allora, mi disse, la mattina prima di recarsi a pescare evitava di incontrarmi, non si sa mai. Parlava anche di calcio - continua Cugusi -. Soprattutto del suo pupillo Massimiliano Allegri, che considerava come un figlio. In Sardegna penso che il suo migliore amico fosse l'osilese Mario Zidda, ma anche con il pasticcere Gerardo Volpicelli coltivava una grande amicizia. Giovanni - conclude - era uno di noi, siamo profondamente dispiaciuti».
Tra le tappe preferite di Galeone a Porto Torres c’era il bar Sport dei fratelli Mauro e Sergio Del Giudice, noti milanisti. «Una grande persona - racconta Sergio -. Gli piaceva l'atmosfera e il nostro maialetto. Era molto amico del farmacista Lucio Rubattu e quindi venne casualmente a mangiare da noi. Si trovò bene ed ogni estate almeno due volte veniva a trovarci. Quando Allegri vinse lo scudetto con la nostra squadra del cuore gli telefonammo. Era al Foro Italico a seguire gli Internazionali di tennis e si trovava proprio in compagnia del suo allievo preferito. Ce lo passò e ci complimentammo con Allegri per il tricolore - precisa il ristoratore -. Quindi incontrai proprio l'attuale allenatore del Milan qualche mese fa al festival del cinema di Fort Village. Gli chiesi di Galeone e mi rispose che non stava bene. Era visibilmente preoccupato. I suoi timori - conclude Sergio - erano fondati. Galeone ci mancherà».
Tra i numerosi messaggi di cordoglio quello di Angelo Schiaffino, patron dello Stintino calcio.«Addio mister - scrive nella pagina fb della squadra - Stintino ti ricorderà sempre con affetto».
