Manuela Caddeo: «Al lavoro per ridare credibilità all’atletica sarda»
La nuova presidentessa del comitato regionale Fidal: «Sono pronta a dialogare con tutti, ma su certi principi non ci saranno deroghe»
Sassari «Sono apertissima al dialogo, ma serviranno decisioni chiare e nette. L’atletica sarda ha bisogno di voltare pagina e noi come comitato dobbiamo ricostruirci una credibilità». L’atletica sarda in realtà la pagina l’ha voltata sabato scorso eleggendo Manuela Caddeo alla guida del comitato regionale Fidal con 1242 voti (59%) contro gli 818 di Fabrizio Fanni (38,8%). Un passaggio che arriva dopo quasi un anno di commissariamento da parte dei vertici nazionali.
Presidentessa Caddeo, si aspettava un successo così ampio?
«In tutta sincerità non mi attendevo un distacco così netto. Rispetto alle precedenti elezioni sapevamo di avere fatto qualche passo avanti, portando dalla nostra parte alcune società importanti e ricevendo il doppio delle deleghe. Ma l’esito di questa votazione era tutt’altro che scontato».
Secondo la vostra controparte la relazione del commissario è arrivata con un “timing” che vi ha favorito.
«Quella comunicazione era dovuta e obbligatoria e ha fatto sì che tutti prendessero consapevolezza delle cose che erano successe in questo comitato. Ma la vittoria del nostro gruppo arriva da un grande lavoro di squadra, abbiamo macinato chilometri e parlato con tutti, anche con le società che sapevamo che non ci avrebbero votato».
Da dove si riparte?
«Da tutto. Dalla riorganizzazione degli uffici, perché dopo il sequestro del materiale avvenuto nei mesi scorsi non abbiamo neanche un pc. E dalla trasparenza. Questo comitato ha bisogno di ricostruirsi una credibilità».
La spaccatura nei confronti del gruppo che si poneva in continuità con la gestione Lai sembra netta. C’è modo di ricucire?
«Cercherò di dialogare con tutti, ho già iniziato con alcune società che non ci hanno appoggiato ma che cordialmente mi hanno mandato gli auguri di buon lavoro. Sono a disposizione di tutte le società e sono pronta al confronto, dobbiamo impostare un percorso condiviso e credibile. Ma è evidente che il nostro cavallo di battaglia, ovvero la stabilità finanziaria e la trasparenza nella gestione del Comitato sono principi ai quali non si potrà derogare. Su questo la rottura rispetto al passato non potrà che essere netta».
Quando approverete il bilancio?
«Il materiale è tutto a Roma. Appena arriverà ci metteremo al lavoro con quelle pratiche».
Il primo consiglio è già stato convocato?
«Sì, ci riuniremo sabato e decideremo incarichi e ruoli. Successivamente ci sarà la nomina dei delegati provinciali e poi nomineremo una figura importantissima: il responsabile tecnico».
Avete già in mente il profilo che fa per voi?
«Sarà uno specialista e dovrà rispondere a determinati requisiti dal punto di vista dei titoli. Per cui la rosa dei candidati è abbastanza ristretta. Ma faremo anche valutazioni di altro tipo, perché oltre alle competenze servono valori umani importanti, ai quali non intendiamo rinunciare».
Come sta l’atletica sarda?
«Dopo il boom di tesseramenti del periodo Covid non siamo riusciti a consolidare i numeri, non abbiamo sfruttato il momento come invece hanno fatto altre discipline. Oltre alla concorrenza esterna, c’è un tasso di dispersione sportiva altissimo, con una fascia critica che per noi va dalla terza media al biennio delle superiori. Lavoreremo anche su questo».
In che modo?
«In tanti modi: creando un calendario di gare di qualità, più che di quantità. Dando supporto alle società che lavorano sul territorio. Punteremo tantissimo sulla formazione tecnica e dirigenziale. Già nei prossimi giorni alcuni del nostro gruppo saranno a Formia per prendere parte a un corso di formazione dirigenti federali. E noi vorremmo trasferire queste competenze ai tecnici delle società».
La Sardegna ha un campione olimpico, Lorenzo Patta, e tante stelle, a partire da Dalia Kaddari. Fanno da traino al movimento?
«Troppo poco rispetto alle potenzialità, perché non li coinvolgiamo a sufficienza negli eventi. Mi ha fatto molto piacere sapere che domenica alla mezza maratona di Uta sia stato invitato come testimonial proprio Patta. Dobbiamo cambiare veduta, utilizzare l’immagine dei campioni per portare in campo i potenziali campioni di domani».
Torneranno i grandi eventi come il “Terra sarda”?
«Ci sarà prima da lavorare sull’impiantistica, e poi i grandi eventi hanno bisogno di tanti soldi. E noi, prima di bussare a chiedere finanziamenti abbiamo bisogno di ritrovare una certa credibilità».
