La Nuova Sardegna

Sorso Sorso e Sennori: torna il derby di calcio. Dopo 40 anni. Due cittadine separate da un lembo di terra, un tempo divise su tutto, come i Guelfi e i Ghibellini. A Sennori, paese di commercianti, si parla il sardo, a Sorso, tradizione ortolana, il sassarese. Quindi il carattere, misurati i sennoresi, straripanti i sorsensi. Infine, appunto, il calcio: Sennori e Sorso hanno dato vita ad una delle più accese rivalità del pallone sardo, con episodi entrati nella leggenda.

Sabato 6 dicembre le due squadre si ritroveranno ancora di fronte, alla Piramide di Sorso, in un derby valevole per il campionato di Prima categoria. Sorso quarto in classifica a 16; punti, Sennori quart'ultimo a 10 lunghezze. Le tifoserie sono già mobilitate e si prevede la folla delle grandi occasioni. In Romangia c'è fermento.

A fare gli onori di casa il sindaco Fabrizio Demelas: «Il derby Sorso–Sennori - commenta - non è una partita, è un brivido che scorre nelle vene dei tifosi. Ritorna in un tempo diverso, in comunità che hanno saputo crescere e collaborare insieme». Concetto ribadito da Nicola Sassu, primo cittadino di Sennori. «Un incontro sentito - dice - che va vissuto con lo spirito amichevole. Nel rispetto reciproco».

Ma non sempre è stato così. Soprattutto per l'arbitro Sanguinetti di Chiavari, in un derby in serie D al Madau del 1981, vinto dal Sennori 3-1. Per il direttore di gara l'assedio nel suo stanzino dello spogliatoio dopo il triplice fischio, quindi la precipitosa fuga negli oliveti del Madau, inseguito da tifosi sorsensi inferociti, forse non troppo contenti per il suo arbitraggio. Fine contesa abbastanza agitato anche per giocatori e dirigenti del Sennori, costretti a lasciare il campo col blindato delle forze dell'ordine.

I tifosi rivorrebbero i fasti del passato, quando i due club hanno militato in campionati importanti. Il Sorso in serie C2 e il Sennori nella Serie D. Non sarà facile. Per ora si devono accontentare di un derby di Prima Categoria.