La Nuova Sardegna

La riabilitazione dello zimino

di Roberto Sanna
La riabilitazione dello zimino

Successo della commedia portata in scena dalla Compagnia Teatro Sassari

12 luglio 2016
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SASSARI. Quando l’ispettore Flanagan della Squadra antizimino e il suo aiutante Jimmy La mazza hanno fatto irruzione sul palcoscenico mettendo alle strette Fred Zarrettu il pubblico è esploso in un boato decretando già a metà dello spettacolo il successo della commedia e restituendo definitivamente alla città due pezzi importanti della sua tradizione: la possibilità di vendere (e ovviamente arrostire sulle graticole) liberamente le interiora bovine e anche una bella commedia in dialetto recitata sulla strada, con gli angoli antichi di Sassari vecchia palcoscenico e un pubblico verace e variegato a diretto contatto degli artisti. Tutto in una notte: “La notti di lu ziminu”, appunto, testo di Cosimo Filiogheddu portato in scena dagli attori della Compagnia Teatro Sassari, veri e propri pretoriani della tradizione sassarese. Perché un conto è limitarsi alla “cionfra” (che può pericolosamente diventare irrispettosa e incontrollata), altro il dialetto sassarese declinato, compresi i suoi inevitabili angoli di volgarità, in maniera colta. La differenza non è poca.

Una “prima” riuscita. La commedia ha azzeccato prima di tutto i tempi e il luogo. In scena in una notte d’estate nella terrazza del nuovo Mercato Civico, un edificio che purtroppo poco ha a che fare con quello che era un pezzo di storia ma che se non altro è nel percorso delle vecchie mura e regala una vista stupenda di Corso Trinità e del ponte di Rosello. In un angolo il palcoscenico spartano ed essenziale, nell’altro le graticole con gli arrostitori del gremio dei Macellai in azione per cucinare 150 kg di zimino. In tutta la piazza non meno di trecento persone sedute, più quelle in piedi, per vivere una serata come non se ne vedevano da tempo. E quando dalle braci si alzano i primi fumi, gli attori entrano in scena.

La commedia. Il traffico illegale di zimino rappresentato coi costumi e il volto del proibizionismo alcolico americano degli anni Venti, gangster che cercano di smerciare le interiora a prezzi spaventosi e poi vengono spiazzati dall’improvvisa liberalizzazione. L’annuncio arriva alla radio con la sigla, immortale per chi l’ha conosciuta, del “Gazzettino sardo”. I personaggi si chiamano Fred, Susie, Jack, Dollie, Flanagan e Jimmi La mazza, ma di americano hanno solo nomi e vestiti. A portarli in scena sono Mario Lubino, Alessandra Spiga, Teresa Soro, Michelangelo Ghisu, Alfredo Ruscitto e Pasquale Poddighe, per la regia di Alfredo Ruscitto, e i dialoghi sono inequivocabilmente in sassarese. Con la trama che a volte è un modo per riportare in vita momenti di una Sassari che non c’è più e altre per toccare argomenti di viva attualità, dal crollo della rotonda di Platamona alle recenti vicende dell’Asl, mentre, orchestrata da due figure femminili che tutto sono fuorché le classiche donne del gangster relegate in secondo piano, prende corpo la doppia beffa ai danni del povero Fred che anche quando il Gazzettino cambia il corso degli eventi finirà comunque per essere l’unico gabbato e non avrà nè soldi nè, tantomeno, zimino.

In giro per Sassari. La notte dello zimino adesso si moltiplicherà in queste notti estive. La scenografia essenziale, i tempi (atto unico di poco più di mezzora), il formato e l’ argomento ben si prestano a far rappresentare la commedia anche in spazi diversi. Così la Compagnia Teatro Sassari replicherà le recite nei circoli sassaresi del centro storico, o meglio, in quelli che hanno una storia radicata e possono anche mettere a disposizione un piccolo patio. Più che la notte, sarà l’estate dello zimino.

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