Ivan Graziani, l’incompreso del rock
Vent’anni fa l’addio a uno dei personaggi più sottovalutati della musica italiana
ROMA. Il primo gennaio di vent'anni fa, una malattia incurabile si portava via Ivan Graziani, uno dei personaggi più originali e sottovalutati della musica italiana. C'é voluto molto tempo per comprendere il valore di questo artista così insolito, e comunque, a un livello popolare, non gli é mai stata resa del tutto giustizia. La sua “colpa” è stata semplicemente di non essere facilmente inquadrabile.
Graziani, nato a Teramo e con origini sarde (la madre era di Alghero) è stato un anticipatore, il primo autentico cantautore rock della musica italiana. Era un chitarrista di alto livello - non per niente come session man ha lavorato con Battisti, De Gregori, Venditti - e un autore-cantante con una verve ironica e surreale poco adatta all'Italia della canzone. Un personaggio insolito che aveva fatto studi d'arte, si era guadagnato da vivere disegnando fumetti pornografici per un editore svedese, ma che in realtà, come é stato dimostrato da mostre e pubblicazioni postume, era un disegnatore e incisore di grande talento e solo l'amore per la musica lo aveva allontanato da questo ambito. Al successo era arrivato dopo una lunga quanto preziosa gavetta: l'album che lo rivela nel 1977 è “I Lupi” dove c'é “Lugano addio”. L'anno dopo pubblica “Pigro” con la celebre “Monna Lisa”, inserito da Rolling Stone tra i cento album italiani migliori di sempre. È il periodo migliore della sua carriera: coronato da album come “Agnese dolce Agnese” e l' anno dopo da “Viaggi e intemperie” dove c'è “Firenze (canzone triste)”. Dalla seconda metà degli anni '80, anche se in questo periodo pubblica “Nove”, uno degli album che ha amato di più, le cose non girano dal verso giusto. Soprattutto cresce la sua insofferenza nei confronti della discografia che probabilmente fatica ad assecondare un personaggio che rimaneva in bilico tra rock, canzone d'autore e recupero del folklore, nel momento in cui arrivavano gli anni '90. Ivan Graziani è stato sepolto con una delle sue chitarre e il gilet di pelle con il gancio per reggere la chitarra. Le nuove generazioni gli devono molto, la vedova e il figlio sono impegnati a tenere vivo il ricordo di un artista che non ha avuto I riconoscimenti che meritava.