La Nuova Sardegna

Da ragioniere a birraio La nuova rotta di Fabio

Da ragioniere a birraio La nuova rotta di Fabio

GUSPINI. Fabio Serra si alza molto presto nella sua casa di Serramanna e alle 7,30 è già al birrificio di Montevecchio a controllare che la produzione proceda per il verso giusto. Ha 27 anni, un...

06 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





GUSPINI. Fabio Serra si alza molto presto nella sua casa di Serramanna e alle 7,30 è già al birrificio di Montevecchio a controllare che la produzione proceda per il verso giusto. Ha 27 anni, un diploma di ragioniere in tasca, aveva cominciato a frequentare Economia e commercio a Cagliari poi è stato folgorato sulla via del luppolo e la sua vita è cambiata. «La mia famiglia conosceva Antonio Zanda - racconta -, abbiamo chiesto se potevo frequentare un po’ lo stabilimento. Mi sono trovato bene e anche loro con me, ho fatto una specie di periodo di affiancamento e poi sono entrato in pianta stabile nello stabilimento, adesso seguo tutta l’attività produttiva».

Fabio (nella foto in bassa) è uno dei tre dipendenti in pianta stabile del Birrificio 4 Mori e su di lui i proprietari hanno voluto investire: «Sto frequentando a Monaco di Baviera un corso di specializzazione per birraio e maltatore, finirò nel 2018 e conseguirò ufficialmente la qualifica di “apprendista birraio”. Sono qui ormai da tre anni anni, è un lavoro che mi appassiona, quando mi sono avvicinato ho fatto le mie valutazioni e non mi sono pentito. In fondo all’università studiavo e qui sto continuando a farlo, ho solo cambiato settore». La sua storia è importante su due fronti: a livello generale mostra che Montevecchio può davvero offrire nuove opportunità di lavoro.

Sul versante specifico,la riuscita di questo progetto conferma le potenzialità del settore in Sardegna. Nell’isola, si sa, la birra è molto popolare sul versante del consumo e da qualche anno anche sul versante produttivo: secondo le ultime stime, nel 2016 le aziende sarde del settore registrare nelle Camere di commercio erano 29, 14 delle quali artigiane. Due in più rispetto al 2015, mentre i birrifici artigianali rispetto al 2009 sono aumentati di sei unità.

Più che altro bisogna mettersi d’accordo su quale deve essere l’indirizzo dato dalla Regione e Antonio Zanda ha le idee molto chiare: «L’idea di una birra tutta sarda è suggestiva ma non è sostenibile economicamente - spiega -. Il vero problema è nell’isola non abbiamo un impianto per la maltazione, quindi anche se avessimo a disposizione l’orzo migliore del mondo dovremmo spedirlo fuori per la lavorazione con costi esorbitanti. Il vero investimento dovrebbe essere su un impianto e sulle professionalità che servono per farlo funzionare ed entrare a regime. Il malto lNOI o compriamo in Germania e la nostra produzione segue i dettami dell’Editto della purezza emanato nel 1516 a Reinheitsgebot, che obbliga a utilizzare solo quattro ingredienti naturali: acqua, malto, luppolo e lievito».

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative