La Nuova Sardegna

Scrittori di Sardegna, il grande teatro del mondo in dieci romanzi d’autore

di Costantino Cossu
Scrittori di Sardegna, il grande teatro del mondo in dieci romanzi d’autore

In un’unica raccolta, in edicola con La Nuova Sardegna dal 2 febbraio, le pagine dei migliori narratori sardi contemporanei. L’isola sfondo di una ricerca che intreccia Storia e piccoli universi personali

28 gennaio 2018
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Si comincia con Ritorno a Baraule. Sarà il romanzo di Salvatore Niffoi ad aprire il 2 febbraio la collana della Nuova “Scrittori di Sardegna. Le voci dei migliori autori sardi contemporanei” (tutti i volumi vanno in edicola al prezzo di 6.70 euro oltre il prezzo del giornale, ogni venerdì sino al 6 aprile). Il ritorno è quello di Carmine Pullana, che, dopo tanti anni passati in continente, riapproda in Sardegna, nel paese della sua infanzia. Vuole scoprire che cosa accadde la notte in cui, negli stagni davanti a Baraule, fu trovato il corpo straziato di Sidora Molas e nella rete di Martine Ragas, noto Polifemo, rimase impigliata «quella cosa informe che sembrava un coniglio scuoiato, una spugna rossa inzuppata di sangue», e invece era un neonato, «un innocente che non aveva neanche la forza per piangere». Martine mette il neonato ad asciugare pancia al sole dentro il berretto, e la creatura riprende a respirare. Lo affida a sua sorella Battistina, ma poi lo vende a un ricco proprietario terriero barbaricino che ha la moglie “vurva sicca”. E Battistina muore dal dolore. I genitori adottivi fanno studiare Carmine, che si laurea in medicina e diventa un cardiologo specializzato in patologie infantili. Ora Carmine è gravemente malato – «ha dentro il petto un cane che gli addenta i polmoni» – e decide che è arrivato per lui il momento di sapere, di conoscere il nome della sua vera madre e del suo vero padre. Perciò ritorna a Baraule.

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C’è anche una forte presenza femminile nella collana “Scrittori di Sardegna”. Maria Giacobbe, Michela Murgia, Paola Soriga e Savina Dolores Massa. In Chiamalo pure amore Giacobbe ripercorre mezzo secolo, a partire dagli anni Quaranta sino alla fine del Novecento, attraverso il racconto delle vicende di quattro donne: Odette, Dolores, Cecilie, Chantal. Con Accabadora, vincitore del Premio Campiello, Murgia rilegge in chiave contemporanea una delle figure archetipiche della cultura popolare sarda, l’Accabadora, dispensatrice della “buona morte”. In La stagione che verrà Soriga segue le tracce di tre personaggi sempre sull’orlo della catastrofe e scrive la storia di un’intera generazione, quella degli attuali trentenni, che fatica a vedere un futuro davanti a sè. In Undici Savina Dolores Massa racconta un’Africa amara e dolente attraverso le storie di un gruppo di naufraghi, morti in mare, ai quali la parola scritta restituisce, insieme alla vita, piena dignità umana.

I lettori troveranno poi nella collana della Nuova una delle prove migliori di Marcello Fois, Luce perfetta, uno dei tre volumi della saga della famiglia nuorese dei Chironi: la storia recente della Sardegna si intreccia con vicende private, familiari, in cui la contemporaneità si dilata in un tempo eterno. E ancora, Giulio Angioni, che in Doppio cielo racconta di un ventenne, Luisu, strappato alla dimensione arcaica della civiltà contadina e precipitato nella modernità delle miniere di Carbonia, la città edificata da Mussolini.

L’orizzonte del romanzo storico è anche quello scelto da Giorgio Todde in Morire per una notte: l’assedio della flotta francese nel 1793 alla città di Cagliari, la violenza della Storia che, come spesso in Todde, fa da sfondo a un racconto in cui le passioni umane sono sospese davanti al precipizio dell’insignificanza.

E c’è un meraviglioso gioiello, nella collana: Il giardino non esiste di Alberto Capitta. Una fiaba che, sostenuta da una scrittura aperta alle suggestioni della poesia, percorre le vie misteriose lungo le quali si compie il destino di una bambina.

Infine, Pesi leggeri di Aldo Tanchis, uno scrittore che meriterebbe una fortuna maggiore rispetto a quella che sinora ha avuto. In una Cagliari sottoproletaria, il mondo della boxe diventa una straordinaria palestra di vita. Il ring è il cerchio magico nel quale i pesi leggeri, gli esclusi, trovano uno spazio di visibilità e di riscatto.

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