La Nuova Sardegna

Il tablet-fisioterapista per fare riabilitazione nel salotto di casa

di Stefano Ambu
Il tablet-fisioterapista per fare riabilitazione nel salotto di casa

Progetto di Sardegna Ricerche e delle Università di Cagliari e Sassari Il paziente indossa sensori e può essere monitorato a distanza

28 aprile 2018
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La tecnologia al servizio di chi sta cercando di superare difficoltà e problemi legati all'ictus cerebrale. La riabilitazione si fa normalmente nei centri specializzati. Ce ne sono di ottimo livello, ma, per ovvie ragioni non possono essere dappertutto. E spesso possono essere lontani da casa. Con tutti i disagi legati al continuo andirivieni e alla necessità di coinvolgere familiari o altre persone per il trasporto nella sede dove si fanno le terapie. E allora Sardegna Ricerche e Università di Cagliari e Sassari stanno lavorando a un'altra soluzione. Riabilitazione sì, ma da casa. In una parola tele-riabilitazione. Il progetto si chiama DoMoMEA.

Le idee sono molto chiare. Innanzitutto sull'uso degli strumenti. Il sistema a cui stanno lavorando i ricercatori sfrutta sensori inerziali, depth-camera e ausili sensorizzati per l’analisi quantitativa del movimento del soggetto durante l’esercizio riabilitativo, fornendogli feedback di vario tipo (visivi, uditivi e vibrotattili). Il paziente è coinvolto nella sua riabilitazione grazie a interfacce semplici su tv o tablet mediante l’approccio dell’exergaming (esercizi mediante il gioco) per una maggiore partecipazione e una riduzione degli abbandoni. Gli esercizi comprenderanno componenti di recupero articolare, recupero stenico, della coordinazione, di inibizione della spasticità (se presente), mirando al miglior ricondizionamento neuromotorio possibile sulla base delle abilità recuperabili. DoMoMEA – si legge nella scheda del progetto – propone lo sviluppo di un sistema di tele-riabilitazione domiciliare di tipo store-and-forward (per garantire la massima fruibilità delle risorse in rete - ndr) con l'opzione di un telemonitoraggio in tempo reale. Il sistema utilizzerà dispositivi elettronici avanzati (indossabili e non) comunque sempre facili da usare. Saranno affidati ai pazienti, da tenere presso il proprio domicilio. La loro caratteristica principale sarà quella di poter comunicare con l’infrastruttura software di telemedicina sviluppata. E permettere l'esecuzione e il monitoraggio quantitativo di esercizi funzionali mirando al miglior ricondizionamento neuromotorio possibile sulla base delle abilità recuperabili. Al lavoro un team nato dalla collaborazione (formalizzata in Ati) fra i due atenei sardi, al quale aderiscono anche numerose aziende del settore. Il progetto è finanziato da Sardegna Ricerche. Un'idea nata, studiata e pensata anche per le caratteristiche del territorio sardo, caratterizzato da una bassa densità di popolazione su un’area molto vasta.

«Il sistema proposto da DoMoMEA è in grado di superare i limiti della riabilitazione tradizionale – spiega in una nota dell'Universitá di Cagliari Danilo Pani, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica – perché risolve le difficoltà logistiche rendendo il sistema accessibile a tutti, persino in realtà rurali e poco servite dai tradizionali sistemi di riabilitazione, e permette di abbattere i costi, garantendo al contempo un uso efficiente delle risorse sanitarie. Le stesse tecnologie e metodologie sviluppate possono essere facilmente re-impiegate in altri contesti di tele-riabilitazione, ampliandone significativamente orizzonti e prospettive». DoMoMEA è uno dei 35 progetti collaborativi promossi da Sardegna Ricerche attraverso il Programma “Azioni cluster top-down” ed è finanziato grazie al Por Fesr Sardegna 2014-2020.

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