La Nuova Sardegna

“Bolu”, il canto a tenore svelato in un docufilm

di Marco Vitali
“Bolu”, il canto a tenore svelato in un docufilm

Viaggio alla scoperta di un’antica tradizione della Sardegna

21 giugno 2018
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SASSARI. Sono partite lo scorso 5 giugno le prime riprese di “A bolu”, docufilm sul canto a tenore firmato dalla società cagliaritana di produzione cinematografica Karel Film: un viaggio alla scoperta una delle più autentiche e antiche espressioni culturali dell’sola, inserita nel 2005 tra i capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.

Il canto a tenore è un canto polivocale a quattro parti nel quale una sorta di solista (sa boghe) è accompagnato ad accordi da un coro a tre parti vocali gutturali (su bassu, sa contra, sa mesu boghe). In passato il canto a tenore era certamente diffuso in buona parte dell’isola. L’area di diffusione attuale è quella del centro nord Sardegna, in particolare nelle regioni del Marghine e del Montiferru, in Baronia, Barbagia, nel Monte Acuto, nel Goceano, nel Guilcer e nel Barigadu, così come in alcune comunità dell’Ogliastra e del Logudoro. Il progetto. “A bolu” è nato con l’idea di esplorare il mondo del canto a tenore attraverso l’incontro con i suoi stessi protagonisti e interpreti. Non si tratta di un'indagine etnomusicologica né di una rassegna enciclopedica completa di tutti i gruppi, quanto piuttosto di un racconto che nasce direttamente dalla voce delle persone che lo praticano e lo tengono vivo. Ciascuno con la sua storia, le sue esperienze, il suo vissuto personale: scopriremo così, ad esempio, che a Pattada ci sono alcuni tra i cantori più giovani dell'Isola, quarant'anni in quattro, mentre a Ottana il tenore è emblema della forza della cultura sarda e della lingua che reggono all’urto dell’industrializzazione e poi del fallimento del sogno industriale. Obiettivo finale del documentario è quello di valorizzare il canto a tenore, troppo spesso trattato solo come oggetto folkloristico, banalizzato talvolta e frainteso, decontestualizzato dalla realtà in cui nasce e viene praticato.

Il docufilm è realizzato grazie al contributo sul bando IdentityLab dell'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, finalizzato a fornire sostegno finanziario alle imprese del settore culturale e creativo . È girato in sardo, in presa diretta, e rappresenta uno strumento di promozione (a livello locale, nazionale e internazionale) della cultura e della lingua sarda. Il lavoro di documentazione è partito con il Cussertu de Mamojada ed è proseguito con le riprese di Pattada. Toccherà nelle prossime settimane Ottana, Orgosolo, Seneghe, Loculi, Orune e altri paesi dell'Isola e si concluderà a Dorgali, con la suggestiva festa campestre di San Pantaleo. Le riprese saranno raccontate nelle prossime settimane anche attraverso immagini e video di backstage sui canali social Facebook (A bolu), Instagram abolu_docufilm e Twitter @abolu_docufilm.

Per quanto riguarda i dettagli tecnici e scientifici, il film è interamente girato a risoluzione superiore al 4K e sarà finalizzato in 4K 2.40:1. Le registrazioni saranno in presa diretta con tecniche di ripresa audio 3D avanzate. La regia è di Davide Melis, la consulenza scientifica è di Sebastiano Pilosu che, insieme a Davide Melis, è anche coautore del soggetto e direttore artistico. Il progetto è realizzato in collaborazione con l'Associazione Tenores Sardegna che riunisce oltre quaranta gruppi di tutta l'Isola, con la società di servizi informatici Arionline e la Fondazione Sardegna Film Commission.

I video del backstage sono visibili sul canale Youtube di Karel docufilm.

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