La Nuova Sardegna

Bitter vuol dire amaro. Ma, tradizionalmente, significa aperitivo. Vale a dire quella bevanda alcolica (in genere sui 25 gradi alcol) che ci piace assumere prima di pranzo o prima di cena. Ora del Bitter esiste anche una versione sarda. Anzi due. Nel senso che esiste un Bitter bianco e un Bitter rosso. Lo ha messo a punto l'azienda di distillazione di Silvio Carta nello stabilimento di Zeddiani, a un tiro di schioppo da Baratili San Pietro, sede della storica cantina della Vernaccia. L’etichetta ricorda l’immaginario futurista e il nome è un omaggio alla città dove per la prima volta sono stati portati in degustazione: Roma. “Il bitter della pace”, come ama definirlo Elio Carta, è un vero e proprio concentrato della Sardegna e della sua macchia. Di cui tiene in sé tutti i sentori, schiudendosi in un naso accattivante, originale e travolgente. Le botaniche per la produzione dei bitter vengono da quell'affascinante orto botanico che Elio Carta coltiva dietro l'immenso stabilimento che una volta era adibito a fabbrica di pomodori in scatola e che da molti anni è uno dei più interessanti laboratori per la produzione di distillati, mirto, amari e spirits in generale. Ecco le piante di artemisia, le tante varietà di salvia, il rosmarino, le varietà di timo e le essenze mediterranee che danno un tocco particolare ai più di cento prodotti che la distilleria sforna. E a proposito di distillati di ginepro, ecco anche il lussuoso e prezioso Giniu 51.7, . Si tratta del gin top di gamma, vestito di platino e già diventato un oggetto di culto tra gli appassionati di gin, già amanti del Giniu classico e dei suoi fratelli (il Boigin e il Pig Skin). Tutti i prodotti verranno ufficialmente presentati al pubblico durante la prossima edizione del Merano Wine Festival. (pp)