La Nuova Sardegna

 

Emozione casting

Emozione casting

Assistere ai provini è un’esperienza illuminante. Prima cosa ti fa capire quanto è straordinariamente complicato il mestieraccio dell’attore. Secondo ti rendi conto una volta per tutte quanto le...

02 novembre 2019
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Assistere ai provini è un’esperienza illuminante. Prima cosa ti fa capire quanto è straordinariamente complicato il mestieraccio dell’attore. Secondo ti rendi conto una volta per tutte quanto le persone possano essere capaci di simulare un sentimento, un’emozione, di sostanziare una bugia. Villa Mosca, ore 10, Capo Caccia appollaiato all’orizzonte, scenografia di nuvole spostate da una spallata di sole, e aspiranti attori sulla terrazza che attendono il proprio turno. “La terra delle donne” (o “No potho reposare” nella sua stesura primordiale a chilometro zero), è un film intriso di sardità. Gli interpreti devono avere questa geolocalizzazione impressa innanzitutto all’anagrafe, ma poi nei visi, nella parlata, nell’espressività. Per Paola Sini questo film è un figlio che cresce. L’ha scritto, l’ha riscritto, l’ha riplasmato cinque volte e adesso è il momento di ritrovare carne ed emozione in ciò che ha immaginato. Assiste al casting con l’apprensione di una mamma, una corda tesa tra gli occhi e il cuore, e la lacrimuccia facile. Entrano Lia Careddu e Giuseppe Boy. Trent’anni di recitazione nei palcoscenici dell’isola, poi film, poesia. Affrontano il casting senza alcuna apprensione apparente, totalmente a loro agio di fronte a quegli sguardi giudicanti. Sanno che da lì a cinque minuti dovranno improvvisare una situazione sconosciuta, dal nulla partorire un personaggio e dargli un’anima. Perciò ascoltano concentrati la descrizione degli autori, assorbono ogni sfaccettatura, creano delle coordinate interiori. E ciò che dovranno restituire è questo: sono i coniugi Porqueddu. Marito e moglie, la coppia benestante del paese, uniti da un lungo matrimonio d’amore. Lui è malato, immobile a letto. Non riesce più a parlare. Si esprime con il movimento degli occhi e i sussulti del corpo. Ma la moglie, con la sua devozione, ha imparato a leggere quel libro silenzioso. Lo accudisce. E un giorno, riassettando il letto, scopre una “mazzina”. Loro, che sempre hanno fatto del bene, sono vittima di una fattura. Hanno tre minuti per incarnarsi in due perfetti sconosciuti e personificarne lo sconcerto, la rabbia e il terrore per la maledizione e la morte.

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