La Nuova Sardegna

Capitan Harlock, quarant’anni da eroe

di Fabio Canessa
Capitan Harlock, quarant’anni da eroe

Festa turbata dal grave malore di Leiji Matsumoto a Torino

17 novembre 2019
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Il mondo del fumetto e dell’animazione in ansia per Leiji Matsumoto. Il maestro giapponese, in Italia per festeggiare i 40 anni del suo personaggio più celebre, “Capitan Harlock”, si è sentito male a Torino ed è stato ricoverato all’ospedale Molinette in gravi condizioni. Ottantuno anni, è in prognosi riservata. Tutti gli eventi del tour italiano del disegnatore, non solo quelli di Torino ma anche quelli di Bologna e Reggio Emilia, sono stati ovviamente annullati come riferito dagli organizzatori dell’associazione che porta il suo nome.

Nel 1979 esordiva in Italia “Capitan Harlock”, una delle serie d’animazione più amate di sempre. Poco più di un anno dopo il lancio in Giappone dell’anime, figlio del manga scritto e illustrato da Leiji Matsumoto. Un grande autore che ha ricevuto onorificenze non solo in patria, è cavaliere dell’Ordine del Sol Levante, ma in tutto il mondo: dalla Francia, che gli ha conferito il titolo dell’Ordine Arti e delle Lettere, all’Italia, dove alla fiera Lucca Comics ha ritirato il premio alla carriera Maestro del Fumetto. La fantascienza il suo genere prediletto, terreno dove essere libero di creare mondi e personaggi che sono entrati nell’immaginario collettivo. Basta ricordare “La corazzata Yamato”, “Galaxy Express 999” e ovviamente “Capitan Harlock” che quarant’anni fa sbarcava in Italia sulla scia del successo delle prime serie giapponesi trasmesse dalla Rai. Nell’aprile del 1978 era arrivato “Goldrake” e il pirata spaziale di Matsumoto, esattamente un anno dopo, veniva annunciato come erede del famoso robottone. In modo un po’ semplicistico, per il Paese d’origine e per il genere fantascientifico. Perché pur avendo in comune anche la casa di produzione (la Toei Animation) e il tema del pericolo di un’invasione aliena per la Terra, le differenze non mancano. A cominciare da un protagonista, Harlock, così diverso da quello dei cartoni animati conosciuti fino a quel momento. Silenzioso, solitario, malinconico, eroe/antieroe, anarchico e romantico che combatte per la Terra anche se dall’umanità è considerato un criminale. Emarginato per essersi ribellato ai governanti, apatici e indifferenti. In questo senso il disegno e la caratterizzazione che Matsumoto fa della classe dirigente, rappresentata dal Primo ministro, danno un tocco satirico all’opera.

Ad affascinare poi, oltre al protagonista (sicuramente uno dei più cool di tutta la storia del fumetto e dell’animazione giapponese), ci sono diversi elementi: lo spazio, l’astronave Arcadia che è a tutti gli effetti un personaggio e un antagonista particolare. Il popolo della Mazoniane guidate dalla regina Raflesia. Un esercito di creature aliene dalle sembianze femminili. Dell’epoca, di quelle prime visioni d’esordio nel 1979, i ragazzi di allora conservano sicuramente un caro ricordo. Tanti altri appassionati più giovanihanno scoperto Harlock dopo con le repliche anche grazie alle tv private, diventate il regno dell’animazione giapponese. Per arrivare dopo il Duemila alla riscoperta grazie al web e alle collezioni con il mercato home video.

Un effetto nostalgia sempre mantenuto vivo dalla sigla. Se si può far fatica a ricordare bene lo sviluppo narrativo della serie animata, a meno di re-visioni recenti, le parole della canzone sono impresse a fuoco nella memoria. Più degli anime stessi le sigle, in fondo, hanno attraversato il tempo.

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