Un rocker sardo oltre il Muro: Salvatore Garau e la favolosa tournée degli Stormy Six a Berlino est
Da ragazzo era il batterista della band, oggi è un affermato artista visivo. Il suo racconto: "Laggiù nel 1980 eravamo famosi come i Beatles". E anche ricchi, con tanti soldi da spendere che all'Ovest erano carta straccia. Amori da rotocalco e disillusioni politiche
Salvatore Garau è un affermato artista a livello internazionale, ha esposto alla Biennale di Venezia e nelle più importanti rassegne. A Santa Giusta (dove è nato nel 1953) si staglia la sua scultura “L’anguilla di Marte”. Ma Garau non è solo un artista visivo, nel suo passato una carriera come batterista degli Stormy Six, band del rock impegnato degli anni ’60, ’ 70 e ’80. L’anniversario della caduta del Muro di Berlino gli ha fatto tornare in mente l’esperienza di una tournée oltre cortina che ha voluto raccontare ai lettori de “La mia Isola”.
1980. Per il secondo anno siamo invitati a Berlino Est al Festival des Politischen Liedes. Prima di attraversare il muro teniamo un concerto al Quartier Latin a Berlino Ovest; era stato un cinema frequentato dai gerarchi nazisti dove si proiettavano i film di Merlene Dietrich. Grande accoglienza, stavolta più del solito, forse anche grazie al premio appena ricevuto in Germania Ovest per Macchina Maccheronica, quale miglior disco rock Europeo (secondo premio ai Police! Per noi è questa la notizia). Caricati gli strumenti nel camion, alle due siamo davanti al Checkpoint Charlie.
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Lunga attesa ascoltando Brahms. Febbraio freddissimo, Ci permettiamo di urinare davanti al muro (imboscati dal camion) su un metro di neve. Finalmente i militari controllano i nostri documenti. Con la faccia sospettosa buttano dentro il furgone un fascio di luce. Ci siamo, adesso ci schedano, pensiamo. É un attimo: “Stormy Six!” grida uno di loro e subito cambiano espressione chiedendoci gli autografi. Ancora non capiamo, ma è solo l’inizio. A darci il benvenuto nell’atrio dell’albergo in Alexander Platz, (4 di notte!) sei ragazze in divisa da hostess dietro una tavola imbandita con torte e bevande.
È chiaro, qualcosa dall’anno precedente è cambiato. Siamo diventati famosi, vere rock star! Durante l’anno i tedeschi avevano trasmesso un’infinità di volte, anche in prima serata, i nostri concerti registrati l’edizione precedente. Nell’Est non acquistavano certo format o filmati dall’estero; a quanto pare i nostri concerti avevano grande successo di audience, per cui, oltre il muro, la nostra popolarità era diventata pari a quella dei Beatles.
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Gli Stormy Six, nati nel 1965, l’ultimo live è nel 1993, sono stati tra i pionieri del beat italiano. La loro originalità è stata fondere la canzone politica tingendola di venature country e, in linea con tempi, di psichedelia, arrivando negli anni ’70 anche al jazz e al teatro. Nel 1967 sono la spalla dei Rolling Stones per la loro prima tournée italiana. Da quel momento la band partecipa a vari eventi alternativi ma anche a festival più commerciali, dove però i testi delle loro canzoni vengono censurati. Pionieri anche della musica indipendente aderiscono alla cooperativa L’Orchestra. Nel 1974 dedicano l’lp “La fabbrica” alla Resistenza.