La Nuova Sardegna

Mariano Meloni: nuovi mestieri e scambi internazionali, le mie novità per il Conservatorio di Sassari

di Luisa Satta
Mariano Meloni al pianoforte
Mariano Meloni al pianoforte

Il direttore del "Canepa": è importante formare tecnici del suono, esperti di multimedialità e altre figure. Una rete di rapporti nel mondo (si parte dalla Cina) e il sogno di un'orchestra stabile. Il 17 gennaio concerto inaugurale dedicato a Beethoven

12 gennaio 2020
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Sessanta musicisti saliranno sul palco del teatro Comunale di Sassari venerdì 17 gennaio alle 20.30 per uno degli eventi più attesi della stagione musicale sassarese: il concerto di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 del Conservatorio Canepa. Il progetto assume in questa edizione una valenza ulteriore presentando ufficialmente il nuovo direttore del conservatorio: Mariano Meloni in carica dallo scorso novembre per il prossimo triennio.

L’Orchestra Sinfonica del Conservatorio, formata interamente da allievi, insegnanti ed ex studenti dell’istituto, sarà diretta anche in questa edizione da Andrea Raffanini. «Sono molto felice di presentarmi alla città in un giorno così speciale – dice Mariano Meloni –, perché il concerto di inaugurazione è sempre un evento emozionante per tutti noi (allievi e insegnanti) che lavoriamo fianco a fianco con grande impegno per rendere possibile questa serata».

Musicista e concertista sassarese, Mariano Meloni ha iniziato proprio al Conservatorio Canepa lo studio del pianoforte all’età di undici anni per poi diplomarsi con lode al Conservatorio “Casella” dell’Aquila e laurearsi in seguito al Dams di Bologna. Dal 1983 Meloni insegna pianoforte nel conservatorio cittadino, di cui è stato già direttore incaricato dal 2000 al 2005. Nel corso della sua attività artistica internazionale ha tenuto oltre settecento esibizioni coltivando una profonda passione per il concertismo che vuole trasformare ora anche in uno dei punti di forza del suo programma di lavoro come direttore del Canepa.

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«La mia direzione proseguirà e consoliderà i progetti e i percorsi già avviati nel tempo dall’istituzione, sia per quanto riguarda la didattica che la produzione artistica e scientifica. L’obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente i rapporti con il territorio e con la locale filiera dell’istruzione musicale. Il principale obiettivo sarà rivolto alla formazione e alla crescita umana e professionale degli allievi. A loro vanno date opportunità e occasioni per esibirsi costantemente in pubblico. Fare musica a 360 gradi e trasmettere la nostra passione per quest’arte sarà la nostra missione».

In che modo intende portare avanti questo ambizioso progetto? «È importante lavorare sulla collaborazione sistematica con le numerose realtà musicali e in generale culturali che operano nel nostro territorio, nella penisola e anche all’estero. Dobbiamo riuscire a portare le produzioni del Canepa in tutta l’isola e oltre. Seguendo questa linea per la prima volta quest'anno riusciremo a replicare il concerto di inaugurazione il 18 gennaio al Teatro del Carmine di Tempio. Interdisciplinarietà e interculturalità sono gli obiettivi cardine su cui puntare, questo lo faremo attraverso il potenziamento della comunicazione con le istituzioni musicali di alto livello e della rete internazionale di scambi. Il fiore all'occhiello nella formazione dei nostri studenti dovranno essere i percorsi e i curricula integrati con altre istituzioni d’alta cultura italiane ed estere. Spiego meglio facendo un esempio. Tra aprile e maggio realizzeremo un progetto in collaborazione con il conservatorio di Shanghai. Ospiteremo a Sassari 5 musicisti del conservatorio cinese che suonano antichi strumenti tradizionali e presenteranno il loro lavoro all’interno di concerti e workshop inseriti nella rassegna “Musicanova”. Da Sassari 8 strumentisti del Canepa andranno poi in Cina ad aprile per presentare i loro progetti musicali».

L’impegno come direttore del Canepa la allontanerà dalla sua attività concertistica? «Spero proprio di no anche perché credo che i miei contatti con istituzioni nazionali ed estere possano essere utili per sostenere quella rete di scambi di cui si parlava prima. L'attività concertistica è fondamentale per un musicista, non si può smettere. La musica bisogna viverla personalmente sia nella fase di impegno e studio che nell'emozione immensa che ci regala ad ogni esibizione il rapporto con il pubblico».

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Quali sono gli altri obiettivi nel suo programma? «Lavorare sulla ricerca, sulla produzione di materiali didattici e artistici, sulla creazione di campi d’eccellenza come ad esempio quello della musica jazz e la creazione di nuove competenze professionali. Sarebbe importante potenziare i corsi di musica e nuove tecnologie per la formazione di tecnici del suono ed esperti di multimedialità musicale e inserire nuovi corsi accademici di specializzazione come quello di maestro collaboratore, musicoterapia, didattica musicale speciale e di Management dello spettacolo e delle attività musicali. Un musicista deve imparare a gestire la sua offerta artistica e professionale per immettersi nel mondo del lavoro».

Cos’altro può fare il Conservatorio per sostenere il futuro dei suoi giovani diplomati? «Credo che sia fondamentale offrire loro degli spazi di autogestione e sostenere le forme di associazionismo di studenti. Creare fattivi rapporti di collaborazione con le realtà locali, private e pubbliche è la strada da percorrere per far si che il Conservatorio possa integrarsi sempre più nel contesto economico, produttivo, culturale e sociale del territorio e permettere ai suoi studenti di maturare, già all'interno del corso di studi, quelle competenze e quei contatti idonei a traghettarli poi nel mondo del lavoro».

Un sogno da realizzare nel corso del suo mandato? «Vedere il conservatorio di Sassari crescere ulteriormente. Il mio rapporto con il Canepa ha origini antiche. Mio padre Sebastiano negli anni ’70 faceva parte del consiglio di amministrazione per la gestione del liceo musicale poi diventato Conservatorio statale Canepa e fu promotore dell’idea di adibire a sede del Conservatorio i locali dell’ex ospizio di san Vincenzo dove tutt'ora si trova splendidamente ristrutturato. Lui stesso da bambino era stato ospite dell'ospizio come orfano di guerra. Un altro sogno è di vedere realizzata a Sassari un'orchestra stabile, le competenze le abbiamo, sarebbe un'ottima opportunità di lavoro anche per i nostri diplomati. Lo so è complicato ma se si sogna è meglio farlo in grande. La mission non è impossibile».

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