La Nuova Sardegna

Nella Pensione Lisbona un sottile gioco di specchi

di Paolo Petroni
Nella Pensione Lisbona un sottile gioco di specchi

“La signora del martedì”, tre personaggi che la vita ha costretto ai margini 

22 gennaio 2020
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“Pensione Lisbona” (Edizioni E/O, 212 pagine, 16,50 euro) avrebbe potuto intitolarsi questo libro, dato che è in fondo la vera, sempre presente protagonista del romanzo, ma visto che si tratta a sorpresa di un racconto d’amore, anche se si tinge, ma quasi per caso, praticamente per un incidente, di nero, forse è più giusto il titolo scelto dall’editore «La signora del martedì». Protagonista è una donna che quando si troverà nei guai avrà l’aiuto decisivo di un uomo innominato in cui si riconosce però l’Alligatore, quel Marco Buratti al centro di tanti lavori di Carlotto nel ruolo di risolutore di problemi un po’ alla “Pulp fiction”, qui con tanto di coppia specializzata nel far sparire cadaveri. Insomma, un Carlotto che punta l’attenzione e porta in primo pianopersonaggi molto simili a quelli sempre apparsi nei suoi libri, “diversi” per stigma sociale e quindi costretti a muoversi ai margini, indotti a nascondersi, a indossare una maschera, a vivere una vita sofferta in cui i loro sentimenti – forti, reali – vengono calpestati e a cercare una dimensione di libertà e di autenticità lontano dagli occhi del mondo, nella Pensione Lisbona, in una qualsiasi cittadina di provincia del Nord.

STILE ELISABETTA. Innanzitutto c’è Alfredo Guastini, vero motore della vicenda, benestante proprietario della pensione, oramai quasi deserta, e attempato omosessuale di buon cuore, capace di mettersi nei guai proprio per amore, magari egoistico, ma amore. Ha sempre amato vestirsi da donna, ex prostituto, amante, un tempo, di un rapinatore portoghese e oggi costretto a indossare gli amati abiti femminili, con tanto di cappellini tipo regina Elisabetta, e a truccarsi come gli piace solo, appunto, nella sua pensione per fuggire alla violenza della gente, perché «una travesta che ha superato i sessanta è una vittima predestinata. È tollerata solo se è giovane, se riesce a suscitare fantasie. Ma un vecchio con la gonna e i tacchi risulta grottesco, offensivo».

STANZA NUMERO 3. Poi c’è l’unico pensionante di Guastini, rimasto dai tempi d’oro, che occupa la camera numero 3: Bonamente Fanzago, fortunato primattore di film porno, in arte Zagor, oramai costretto tristemente a chiudere la carriera, perché, dopo un ictus per abuso di sostanze eccitanti legate al suo mestiere, deve fare molta attenzione e in più è diventato fragile sentimentalmente e piange per poco. Bell’uomo, ha sempre avuto molte donne e talvolta ne ha approfittato per arrotondare i guadagni, ma oramai gli è rimasta solo la Signora del martedì, che ogni settimana quel giorno, tra le 15 e le 16, lo va a trovare, lascia i soldi sul comodino e soddisfa le proprie voglie, senza mai avergli rivelato nulla di sé.

GIUDICI E MEDIA. “La Signora del martedì” è in realtà Alfonsina Malacrida, un tempo nota come Nanà, protagonista di un celebre caso giudiziario che la portò innocente in carcere – ma da tutti ritenuta colpevole – per l’omicidio del ricco bruto cui l’aveva venduta giovanissima il padre. Col tempo, si sono tutti dimenticati di lei, che è stata fatta rinascere dall’avvocato Fontana. Con il legale, che sacon certezza che Nanà è stata vittima di un errore giudiziario, la donna convive nell’anonimato e senza sesso. Questo fin quando accade qualcosa che la riporta all’attenzione della polizia e della stampa scandalistica, in particolare di un giornalista in cerca di scoop veri o finti, Pietro Maria Belli, che finirà male. Per non parlare della ferocia persecutoria di social.

SOLITUDINI. Tutti sono mossi dall’amore, ricambiato o meno. Nanà ama come un padre l’avvocato e come un uomo un amico di Fontana, dai torbidi trascorsi, che la respinge. Lei è amata dall’attore che frequenta, ma cui fa capire che a parte il sesso non può esserci nient’altro. La travesta Alfredo ha un amore ricambiato con un docente di ispanistica, Federico Bassi, che arrivava in città per le sue lezioni ma ormai è in pensione. Mentre il professore progetta di trasferirsi a Lisbona e tenta di spiegare ragioni e verità ai figli, sarà da questi costretto a rinunciare a tutto per paura dello scandalo. Alfredo, per non restar solo, si darà da fare per proteggere e trattenere in pensione l’amato vecchio attore.

SCRITTURA ASCIUTTA. A questi si aggiunge anche l’amore di una donna che si sente tradita da chi l’ha privata del proprio amante. E così sono i sentimenti che pian piano fanno precipitare tutto e movimentano il bel racconto di Massimo Carlotto, dalla scrittura asciutta ma non scarna, essenziale nell’attenersi ai fatti, senza sentimentalismi, ed efficace nel mettere in luce sofferenze e tragedie di chi si trova perseguitato dalla società solo per la sua natura particolare.

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