La Nuova Sardegna

Il genio di Antonio Marras tra moda e design

di Angiola Bellu
Il genio di Antonio Marras tra moda e design

“A chair is a chair is a chair”, installazione site specific esposta a Milano nello Spazio Savioni  

16 febbraio 2020
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MILANO. Spiazza e conferma, Antonio Marras, che a Milano propone “A chair is a chair is a chair”, installazione site specific esposta nello Spazio Savioni di via Durini, nel cuore pulsante di Milano, che si conferma cuore e cervello del design internazionale. Anche in questa occasione l’artista algherese sposa un lavoro corale e intreccia dialoghi tra anime e linguaggi diversi. In questo caso lo Studio Saba offre ancora una volta la sua sedia iconica della celebre collezione “New York Suite” ai dipinti di Marras, in continuità con il lavoro svolto l’anno scorso al Salone del mobile “Lontananze e affinità”.

Le chairs si arrampicano e si intrecciano plasticamente, mostrandosi al pubblico proprio all’ingresso del concept store Salvioni. “Una sedia è una sedia è una sedia”, il titolo scelto da Marras, parafrasa il noto “Rose is a rose is a rose” di Gertrude Stein nel poema del 1913 “Sacred Emily”. Dove la ripetizione più che accentuare un concetto lo amplia, evidenziando le caratteristiche che accomunano il lavoro di Marras a quello dello Studio Saba: la poetica del non finito che lascia spazio all’interpretazione più versatile.

«Abbiamo trasformato questo tempio del design in un cantiere – ci racconta Antonio Marras –. Tirate via le pareti in cartongesso per trovare tracce di esistenze precedenti». Perché le sedie? «La sedia – risponde Marras – è l’oggetto più difficile da progettare e da realizzare. Abbiamo scelto la sedie iconica Saba sulla quale sono intervenuto due anni fa e ora in produzione. Tutti gli altri lavori sono pensati in esclusiva per questo allestimento». Volti e lunghissime dita affusolate con unghie smaltate dipinti sul lino danno anima e pensiero agli oggetti. Sono il fil rouge del percorso immaginato da Marras per lo spazio. Nell’intimo viaggio “domestico” messo in mostra al Savioni li ritroviamo anche nelle ceramiche, nei tessuti, nei quadri alle pareti, nei paravento. In una conferma dei tratti distintivi dell’artista e del suo talento, teso sempre all’inclusione, alla collaborazione, alla simbiosi di elementi che normalmente non pensiamo insieme. Qui la fusione è tra lo spazio, che permette la fruizione del prodotto, l’azienda, che ne permette la costomizzazione, e l’artista, che eleva a cifra poetica l’oggetto prodotto. Lo spazio pensato da Marras diventa ad un tempo luogo intimo spazio pubblico, cinema e teatro. «Un mese fa – ci svela Marras – ho rivisto il film “Gruppo di famiglia in un interno” di Visconti . Burt Lancaster ascolta una musica classica meravigliosa quando parte “Testarda io” di Iva Zanicchi e trova Elmut Berger, Stefano Partizi e Caluda Marsani nudi in un rapporto a tre». E il pubblico, arrivato per ammirare “A chair is a chair is a chair”, si trova interpellato, nella veste di spettatore-voyeur (ignorato), dagli attori che, in questo set che è anche ipotetica casa, ripercorrono liberamente la scena del film viscontiano sulle note della Zanicchi. Tra un salotto e una camera da letto, dove Ferdinando Bruni-Burt Lancaster legge poesie che avvolgono di parole l’ “indecente” mènage à trois.

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