La Nuova Sardegna

A Lanusei, dove Delitala dipinse la sua Sistina

di GIACOMO MAMELI
A Lanusei, dove Delitala dipinse la sua Sistina

Domani il quarto volume della collana Il pittore di Orani tra i grandi artisti dell’isola

20 febbraio 2020
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È mercoledì 7 dicembre 1955. Agli studenti di quarta ginnasio dei salesiani di Lanusei (in tutto erano 158 interni, 215 esterni) il direttore don Giuseppe Perino, torinese, grande latinista, e un professore di Lettere di Gairo, don Emilio Maxia, dicono che il giorno dopo, 8 dicembre, per l’Immacolata, sarebbero andati in Cattedrale «per conoscere un grande sardo pittore dell’arte contemporanea». Don Maxia aveva parlato della Cappella Sistina, della decorazione della volta da parte di Michelangelo e del Giudizio Universale. Aveva portato belle pubblicazioni. Mostrati quei capolavori su carta, aveva aggiunto: «Domani vi farò conoscere il nostro Michelangelo, si chiama Mario Delitala, nato a Orani». Lo aveva interrotto uno studente di Sarule, Giuseppe Sirca, poi eletto sindaco, oggi psichiatra in pensione: «Orani è vicino al mio paese, non l’avevo mai sentito quel nome, sarà amico di mio padre».

STUDENTI SUI BANCHI. Emanuele Moro aveva confermato: «Anch’io sono di Sarule, Delitala non lo avevo mai sentito». Era stata la scoperta della Storia dell’arte prima degli studi liceali. Studenti sui banchi della navata centrale, prima della messa solenne officiata dal vescovo monsignor Lorenzo Basoli di Ozieri. Aveva fatto osservare le decorazioni geometriche, le tonalità dei colori. E poi, in un crescendo di sensazioni, don Maxia aveva mostrato la decorazione della volta con le quattro lunette della Maddalena. Aveva portato con sé un binocolo, aveva spiegato che cosa rappresentavano quelle pitture, «a me piacciono molto, quando voglio star bene vengo qui a vedere questo capolavoro. Guardo le Maddalene e sto meglio». Tornati in collegio aveva ordinato di scrivere un tema sulla visita in Cattedrale.

A URBINO CON BO. Dopo quella lezione a Lanusei, ad alcuni universitari il nome di Delitala era risuonato a Urbino, dove aveva diretto la Scuola del libro tra il 1934 e il 1942. Era stato il rettore di Urbino, Carlo Bo, il massimo conoscitore delle opere di Jacques Maritain, una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera, a chiedere nel 1967 se conoscevamo Delitala. Un cagliaritano, Antonio Melis, avevo raccontato la lezione magistrale di don Maxia per la festa dell’Immacolata del 1955 a Lanusei. Bo aveva commentato: «lei è stato molto fortunato ad aver avuto un insegnante sensibile all’arte». Delitala amava molto Urbino. Aveva scritto: «In questa città dove è nato Raffaello trovo una quiete confortante, in uno scenario di bellezza invitante ai lavori».

GIOIELLO D’ARTE. Delitala è una eccellenza del Pantheon sardo: sta all’arte come Giuseppe Biasi, Francesco Ciusa e Maria Lai, alla politica come Antonio Gramsci e al suo pensiero filosofico-politico, come Grazia Deledda e Salvatore Satta stanno alla letteratura, come Pinuccio Sciola e Costantino Nivola stanno alla scultura, come oggi stanno alla musica Paolo Fresu, Luigi Lai, Gavino Murgia, come Giovanni Lilliu è stato per l’archeologia. Delitala, nato a Orani nel settembre del 1887, ha segnato a Lanusei una delle sue tappe professionali più illuminanti. Perché la Cattedrale di Lanusei resta uno sconosciuto gioiello d’arte che va restituito alla gente.

GRAZIA CELESTIALE. I visitatori vanno presi per mano, vanno educati a capire che cosa rappresentano non solo le forme geometriche della chiesa ma le espressioni del volto e del corpo delle quattro Maddalene in quasi tutte le gamme dell’azzurro, la fisicità della Maddalena peccatrice, la dolcezza della Maddalena orante, la compostezza della Maddalena penitente, la grazia celestiale della Maddalena santa. Vanno fatte ammirare le grandi tele della Natività, della Deposizione e della Crocefissione. Sono opere che possono, che devono dare valore aggiunto a Lanusei, al suo storico ruolo-guida culturale in Ogliastra. Sono soprattutto opere che devono far capire alla Sardegna, che non sa valorizzare in suoi geni, chi è stato Mario Delitala.

A PIRI ORGIU. Sono opere che - con quelle sparse in Italia e in tutta l’isola, da Sassari a Nuoro, da Orani a Castiadas – dovrebbero portare a istituire con metodo e rigore scientifico un itinerario artistico dei grandi nomi della Sardegna. Lanusei è uno di questi centri che possono fare da apripista per la valorizzazione – culturale ed economica – delle zone interne. Orani, con la presenza del museo dedicato a Costantino Nivola, ha il privilegio di aver dato i natali a due artisti che hanno portato fuori dall’isola il nome della Sardegna. Oggi più di ieri occorre portare a reddito queste eccellenze. I primi a crederci, abbattendo campanili, devono essere i sardi, gli ogliastrini. Delitala era molto legato a Lanusei. Non solo per l’incarico avuto nel 1925 di affrescare il Duomo. In quegli anni pare stesse a pensione prima nel rione Piri Orgiu dalle sorelle signorine Vacca, in cima al paese, sopra il vecchio tribunale, poi in una locanda nella strada verso Ilbono.

L’HOTEL SELENE. Ma Lanusei, quando Delitala era rientrato definitivamente in Sardegna avendo preso casa a Sassari, era stata eletta a residenza privilegiata per le vacanze estive. Frequentava l’hotel Selene, aveva un ottimo rapporto col proprietario, l’ingegner Fausto Cannas e con la direttrice Ester Prevedello. La signora Ester ricorda Delitala così: «Stava in genere due mesi, ogni estate, con la moglie signora Delia. Di mattina andava verso il bosco di Selene o verso il monte Tarè di Loceri, dipingeva paesaggi, regalava le sue opere, a Lanusei e in Ogliastra ce ne devono essere tante. Io mi ero innamorata di una natura morta, un cestino con funghi, non so chi abbia avuto la fortuna di ereditarlo. Il professore era di poche parole ma elegante e pieno di garbo. Dal Selene guardava per ore il panorama verso il mare di Arbatax dicendo sempre: “che incanto questa valle”».

L’ISOLA DEL FUTURO. La statura artistica di Delitala va oltre la Sardegna, va inserito nelle correnti artistiche del Novecento italiano con le esperienze siciliane e africane. Dai novant’anni della decorazione della Cattedrale ci si sta avvicinando al Centenario.

Qualcuno penserà per tempo a qualcosa di alto segno culturale, religioso e artistico? Abbiamo conosciuto la Deledda dopo il Nobel. E Salvatore Satta? Maria Lai è osannata negli Stati Uniti e in Europa. Ma i profeti vanno amati anche in patria. Lanusei, come Mario Delitala aveva scritto per Urbino, ha «uno scenario di bellezza invitante». Anche a Lanusei, come a Urbino, si gode «una quiete confortante». Sta alle istituzioni costruire la Sardegna, l’Ogliastra culturale del futuro. Una icona c’è: Mario Delitala.

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