La Nuova Sardegna

Paolo Fresu in campo per i diritti degli artisti

di Andrea Massidda
Paolo Fresu in campo per i diritti degli artisti

Il trombettista sardo tra i promotori di #velesuoniamo

17 marzo 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il mondo della musica, e in particolare quello del jazz, lancia una petizione che contiene un appello al governo affinché apra al più presto un tavolo tra MiBact, Inps e ministero del Lavoro per la revisione della materia giuslavoristica e previdenziale dei lavoratori appartenenti al settore dello spettacolo. E in prima fila, manco a dirlo, c’è il trombettista di Berchidda Paolo Fresu, stavolta nel ruolo di presidente della Federazione nazionale jazz italiano, affiancato da Ada Montellanico (artista e presidente dell’associazione “Il Jazz va a Scuola”) e da Simone Graziano, pianista e presidente della Midj, l’associazione Musicisti italiani di jazz. L’hashtag dell’iniziativa su charge.org è #velesuoniamo.

Nel dettaglio, l’obiettivo che i tre intendono raggiungere è quello che ai lavoratori dello spettacolo siano riconosciute le tutele previdenziali al pari dei lavoratori dipendenti o a carattere discontinuo. Ma anche un’indennità forfettaria netta di 500 euro mensili per sei mesi a chi – dal 23 febbraio scorso – non ha potuto svolgere la propria attività lavorativa, e un’indennità di malattia da riconoscere sin dal primo giorno e con requisiti ridotti (dopo aver maturato 68 giornate contributive nell’anno precedente). Si parla poi di accesso agli ammortizzatori sociali garantito anche ai lavoratori autonomi in relazione alle giornate di lavoro svolte durante l’anno precedente, di riduzione delle giornate lavorative ai fini previdenziali da 120 a 60, e infine di previsione della possibilità di cumulo e ricongiunzione attualmente non prevista tra i contributi previdenziali Inps ex Enpals e le altre forme di previdenza (Inps privati e gestione separata) o abolizione della gestione separata per i lavoratori dello spettacolo con versamento solo all'Inps ex Enpals. Istanze serissime, dunque, che oltretutto riguardano molte persone.

«Siamo consapevoli – si legge nel testo della petizione – di tutte le difficoltà che il governo sta affrontando in queste difficili ore nel pieno delle decisioni sullo stanziamento dei fondi messi a disposizione per l’emergenza del Covid-19 il jazz italiano vuole fare sentire con forza la sua voce. Seppure noi si sia già in cordata con altre realtà afferenti al mondo dello spettacolo vogliamo dimostrare la nostra coesione e il nostro valore nonché raccontare l’incidenza della nostra musica sulla realtà artistica e culturale italiana».

E ancora: «Il 99 per cento degli artisti e delle professionalità che ruotano intorno al mondo dei concerti e della didattica è a casa da settimane senza prospettive e, soprattutto, senza alcuna protezione economica e previdenziale. Eppure molti di noi appartengono al popolo delle partite iva e non solo contribuendo alla crescita economica e sociale del Paese ma senza avere alcun beneficio. Chiediamo dunque al governo – si conclude l’appello – non solo di proteggere la nostra categoria in questo difficile momento ma, e soprattutto, di ripartire dal vuoto di ora per ridisegnare i diritti e i doveri di una compagine professionale che opera con criteri e meccanismi diversi rispetto ad altre realtà del Paese. Quella che i francesi chiamano degli “intermittenti dello spettacolo” e che presso i nostri vicini d’Oltralpe gode di attenzione e di protezione da diversi decenni».

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative